Nonluoghi, fotografie (e poesie) di Roberto Mosi
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Sala dei Consoli, 17 settembre – 17 ottobre 2009
“E’ nell’anonimato del nonluogo che si prova in solitudine la comunanza dei destini umani.”
“Non-lieux”, Marc Augè.
“La poesia può risorgere anche nei luoghi della standardizzazione. Un tempo si faceva poesia davanti agli alberi e alla luna. Oggi si può fare poesia sulle autostrade, sugli aeroporti, su quelli che un sociologo francese chiamava i “nonluoghi”.
“Cosa ci racconta la poesia?”, A. G. Gargani
Come raccontare? Ci si rende conto che la narrazione di oggi è più immediata, godibile, se si mischiano i generi del narrare, ad esempio la poesia e la fotografia, come nel caso della Mostra Nonluoghi che si tiene al Palagio di Parte Guelfa di Firenze. Nel caso della combinazione con la fotografia, si crea una combinazione nell’immaginario della persona, di tracce dell’immagine vista, interpretata dall’obiettivo e quella catturata dal gioco della poesia. E’ una combinazione che aggiunge qualcosa? Crediamo, speriamo di sì.
“Sfrenate passioni d’amore/portano a cogliere momenti/celesti/in ascensori bloccati” , si legge nella raccolta i poesie. Oppure ancora: “Saldi per fine stagione/per cessata attività/saldi per amore perduto”. E ancora: “Pulizia a Bordo Alta Velocità/trascina il carrello/carta, sapone e profumo”. In diversi momenti si cerca di attenuare lo stridore della vita di oggi inserendo amore e sesso col risultato che entrambi finiscono col fondersi con la non gradevolezza dell’ambiente circostante, proprio come quegli ascensori che si fermerebbero per dare la possibilità di ”scalare le vette del cielo”. A volte si sente dire da parte di nuovi e forse involontari retori che bisognerebbe “umanizzare la globalizzazione”.
Ci prova l’autore a umanizzare il mondo tecnologico e consumistico? “Biancaneve sulle patatine/ Cenerentola sul dentifricio/dai biscotti Lucifero ride./ Il meno che si può dire è che non si stanno chiudendo gli occhi di fronte alla distesa delle merci.”Il flusso incessante/degli aerei in arrivo sfiora i giganti bianchi di Calatrava/…Volano a Valencia i turisti del bello”.
Sicuramente non è più il mondo ottocentesco delle corrispondenze: su questo argomento già negli anni Sessanta Roland Barthes ha scritto pagine più che interessanti (Il grado zero della scrittura). Le corrispondenze di oggi non sono i ruscelli e gli alberi delle foreste, ma gli oggetti, i treni, gli aerei, anche perché “sopra il mare di pece/si vola a basso costo/ i sedili inzuppati di giallo/…da prenotare”. Rimane il mondo fluido delle emozioni, da inseguire con i versi della poesia, con l’obiettivo della macchina fotografica. La partita da giocare è proprio questa.
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tel. 055 2616030 – fax 055 2616031
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