Pubblicato il 08/01/2014 21:30:05
Alla scuola interpreti di una città con la piazza grande dove il nero e l'oro stanno in armonia - ne ricevono i riflessi ovunque anche le facce anche la mia che prima era solo vuota - il professore spiega Chomsky e a me piace quell'idea stellare di un nucleo che si espande come un ramo su un ramo su un ramo - così se dico che "una rosa è una rosa è una rosa ecc." vuol dire sempre qualche altra cosa - ma io sono solo una ragazza italiana con i capelli lunghi e neri seduta in fondo e vorrei chiedere molte cose - per esempio se a un certo punto la grammatica non genererà più o se le parole comunicano in segreto tra di loro senza che noi lo sappiamo - ma sono solo una ragazza, una ragazza italiana che ha solo l'ombra bruna e oro sul viso mentre sotto gridano pallidi ricordi che non si vedono - così non parlo e con le mie amiche faccio discorsi per le scale - mentre scendiamo guardiamo fuori dai finestroni dove nel cortile i professori parlano e gli studenti hanno fretta di andare al bistrot - così scendendo parliamo di ragazzi e di sesso ma non descriviamo i particolari - e poi viene fuori il discorso della timidezza - solo allora Lella che è un bel gradino sopra di noi come intelletto sorride in quel suo modo che cigola un pochino, come quando il gesso stride sulla lavagna - ma i suoi denti sono così brillanti! - e dice: "proviamo a immaginarlo quando si alza la mattina in un pigiamone felpato a righe". Allora ho pensato: "Lella è sublime e la grammatica è davvero generativa" . Dopo i miei capelli neri sono diventati troppo presto candidi - come le parole si sono raccontati dei segreti - non ho mai capito cosa si sono detti. Forse è stato meglio così.
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