Pubblicato il 07/01/2014 09:15:05
"ADE" Maledette tenebre dell’Ade per avermi venduto alle febbri, per avermi svuotato il ventre carico di lamenti. Inchiodato tra le ossa scrostate, fra ulivi contorti contro il sole, rimango impaurito a cercare nel tuo viso il profilo di un attimo. Il bicchiere umettato nel timore d’essere altrove, nel luogo delle assenze, quando le mie negazioni piegano la notte rapida ed insonne nel rigetto ostinato. Ad esibire il guscio del Vangelo è il codice fra scapole interrotte, incerto testimone del perdono, e il mio pugno divampa per stroncare trasparenze. *** ANTONIO SPAGNUOLO
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