Poeta e drammaturgo dal talento molto versatile, nacque a Gand, nella Fiandra, il 29 agosto 1862. Nel 1911 gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Già fin dal 1903 come candidato al Nobel il nome di Maeterlinck era stato fatto da Anatole France, al terzo posto dopo Tolstoi e Brandes.
Secondo Maurice Maeterlinck, la scienza non ci insegna nulla, per il momento, sull'origine e sul fine della vita, e non è in fondo che "una espressione rassicurante e conciliante della nostra ignoranza". Tuttavia, l'inconoscibile ci avvolge, e si manifesta a noi con presentimenti, sogni.
"Lascerò senza rimpianto questo mondo assurdo del quale non ho capito nulla", egli scriverà pochi giorni prima della morte, avvenuta il 7 maggio 1949.
Maeterlinck è sempre vissuto vicino alla morte allo stesso modo in cui si piegava sui misteri della vita, senza separare l'una dall'altra: "Sarebbe mostruoso e inesplicabile che fossimo soltanto ciò che sembriamo essere", affermava.
Tra le sue opere memorabili molti drammi, tra cui si ricordano: La Princesse Maleine,1890; Pelléas et Mélisande, 1892; Aglavaine et Sélysette, 1896; Monna Vanna, 1902. Nella fiaba teatrale L'Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l'Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità. Vi si legge: "l'Uccellino Azzurro, il vero, il solo che possa vivere alla luce del giorno, si nasconde qua, fra gli uccelli azzurri del sogno che si nutrono di raggi di luna e muoiono appena sorge il sole...". In essa sono rappresentati sotto forma di creature di sogno vari elementi o simboli archetipici quali La Notte, Le Stelle, La Luce, Il Fuoco, L'Acqua, Il Pane, Lo Zucchero, Il Latte, Il Cane, La Gatta, gli Alberi e gli Animali della foresta, L'Amor Materno, I Bambini Azzurri (che aspettano l'ora della nascita), Il Tempo. La fiaba è intessuta di immagini sognanti, di rara poesia: "I bambini fuggono dai giardini, le mani piene di uccelli che si dibattono, attraverso la sala tra svolìo di ali azzurrine...". La morale che si legge tra le righe è lampante: quelli che hanno il cuore puro non cercheranno mai invano l'uccello azzurro anche se non esiste che al di là dei limiti del mondo.
In Aglavaine et Sélysette, puro gioiello della letteratura, egli fa dire ad Aglavaine parole molto significative : "Se qualcuno deve soffrire, questi dobbiamo essere noi. Ci sono mille doveri, ma io credo che ci si sbagli raramente quando si cerca prima di tutto di togliere una sofferenza al più debole per addossarsela".
Per Maurice Maeterlinck ogni realtà porta sempre un velo di mistero e di sogno. "Sotto questo velo", come bene asserisce in chiusura del discorso in occasione del conferimento del Premio Nobel C. D. Af Wirsen, "si nasconde la verità profonda dell'esistenza e, quando un giorno il velo sarà sollevato, si scoprirà l'essenza delle cose".
Fonte: Francois Albert Buisson, La vita e l'opera di Maurice Maeterlinck, 1965, Milano
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