Pubblicato il 22/10/2013 15:58:56
Come un cieco le cui presaghe mani scostano muri e intravedono cieli, lento e insicuro lungo le notti lacerate tasto i versi che verranno. Dovrò bruciare l’ombra detestata nel loro fuoco limpido: porpora di parole sulla spalla flagellata del tempo. Dovrò racchiudere il pianto delle sere nel duro diamante della poesia. Non importa che l’anima proceda sola e nuda come il vento se l’universo di un glorioso bacio include ancora la mia vita. Per seminare versi è terra fertile la notte.
(da Fervore di Buenos Aires, Adelphi, 2010 - Traduzione di Tommaso Scarano)
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