Pubblicato il 20/08/2018 18:24:38
Ormai dovrebbe essere evidente per chiunque che sta straripando una dittatura economico-finanziaria. Uno dei più importanti indizi si disvela nel dibattito sulla scuola che è diventato martellante nei salotti televisivi. A cominciare dai conduttori, in combutta con accondiscendenti esperti invitati, si vogliono convincere le persone che è necessario che scelgano dei percorsi di vita, e quindi dei lavori, funzionali alle esigenze di coloro che detengono il potere economico-finanziario. Insomma non possiamo essere liberi di seguire i nostri talenti ma dobbiamo essere al servizio delle esigenze del mercato che per lo più richiede una preparazione professionale o tecnica o lavoratori manuali. Naturalmente chi appartiene alle élite può invece scegliere liberamente il proprio percorso di vita e, in definitiva, anche di cazzeggiare, cosa che in questa classe fanno in molti. È una formidabile involuzione sociale che abbiamo già sperimentato nelle società basate sul censo. Quello che ritengo grave è che professori universitari, intellettuali e persino politici e sindacalisti sembrino approvare questo progetto o comunque non abbiano il coraggio di criticarlo pubblicamente. Trovo stupefacente che nessuno faccia due domande ovvie: tu giornalista o professore universitario o intellettuale perché non hai scelto una scuola professionale o tecnica o un lavoro manuale? E i vostri figli che tipo di percorso stanno facendo?
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