Pubblicato il 07/10/2013 15:36:49
Se mai potessi diventare qualcos’altro, Mutare, nuotare tra la molteplicità della natura, Desidererei diventare ancora Me stesso e non il sole impavido.
Posso vederlo palese ogni mattino Davanti agli occhi miei dirigersi a te Accompagnato dai raggi che io ho già Respirato.
Se divenissi fuoco sarebbe mezz’ora sola il tempo Che ci separa, il muro flebilmente lucente da spegnere. Ma sarei condannato all’eterno supplizio della notte E del suo posarsi sul tuo sonno, Costretto a bramare il giorno ad ogni accendersi di lume.
Tale e quale me solamente posso amarti In versi uguali di giorno e di notte, Se di versi m’è lecito di parlare, Dato che anche per questi amare è dolce cosa.
Non voglio diventar il sole per fare il poeta.
(http://poesia.blog.rainews24.it/2013/06/08/opere-inedite-gianluca-venerucci/)
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