Pubblicato il 11/08/2013 10:25:47
Le case di Parigi non temono il vento né la fantasia (sono solidi fermacarte, contrappeso dei sogni). Nel fiume corrono barche bianche piene di gente che reclama un saluto a quanti stanno sulla riva; è gente dall’umore eccellente e liquida il passato.
Da un taxi scende una coppia di turisti ricchi con abiti brillanti: li aspettano camerieri con la divisa che la moda non ha trasformato.
Intanto, il Jardin du Luxembourg comincia a svuotarsi e diventa un gigantesco erbario silenzioso;
non ricorda quanti passarono per i suoi viali senza pensare che non vivono più.
Qui soggiornava Mickiewicz, e lì August Strindberg lavorava alla pietra filosofale che non riuscì mai a trovare.
Imbrunisce, scende una notte austera dall’est, ombrosa e taciturna. La notte viene dall’Asia e non pone domande. Quant’è bello l’esotico, quanto è fredda la felicità.
Si accendono luci gialle alle finestre sopra la Senna (c’è qui qualcosa di davvero misterioso: la vita di altre persone).
Lo so, in questa città non c’è nessun segreto. Ma ci sono i platani, le piazze, i caffè, le strade accoglienti e lo sguardo chiaro delle nuvole che si spegne lentamente.
(http://cantosirene.blogspot.it/2013/08/una-sera-parigi.html)
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