Pubblicato il 14/07/2011 21:50:00
Qualcuno sa dirmi perché sono disgustato? [ Articolo tratto da www.avvenire.it/ ]
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Gay: cambiare si può. La testimonianza di LucaNon ha alcuna importanza che il Luca della canzone presentata da Povia l'anno scorso a Sanremo sia o non sia il Luca Di Tolve che ha scritto il libro Ero gay (Piemme, pp. 252, euro 15): da fonte sicura so che i due si conoscevano già prima di quella canzone e la storia di Di Tolve è sovrapponibile a quella del Luca poviano; ma dopo l'uscita del libro Povia nega coincidenze, e parla di un certo Massimiliano, confermando così il sospetto di calcolata innocenza che da sempre accompagna il comportamento di Povia, compresa la sua partecipazione, in queste settimane, a Ballando con le stelle. Certo bisogna essere forti di stomaco per seguire Luca (Luca Di Tolve, quello della canzone è già dimenticato) nelle abiezioni tipiche di parte del mondo gay, fino alla riappropriazione della propria identità sessuale maschile attraverso un itinerario di sostegno psicologico illuminato dalla grazia della conversione. Quello di Luca è un caso classico di tendenza omosessuale causata dall'assenza di una figura maschile (paterna o sostitutiva) durante l'infanzia e l'adolescenza: è infatti figlio di genitori separati, con un padre assente non solo fisicamente. Dalla sua esperienza impariamo innanzitutto due cose: la responsabilità devastante di quegli psicologi che incoraggiano un ragazzo incerto sulla propria identità sessuale ad accettare senz'altro la propria asserita (dallo psicologo) omosessualità, come soluzione del problema. È proprio per questo genere di consigli che Luca è sprofondato, di gradino in gradino, nell'orrore di un'infelicità che la coazione a ripetere atti omosessuali sempre più distruttivi non riesce a lenire. La testimonianza di Di Tolve ha già incominciato a sollevare le proteste (in primis, quelle di Alessandro Cecchi Paone) di quegli omosessuali che si dicono felici della propria condizione e che etichettano di opportunismo o di plagio quegli omosessuali che percorrono il cammino inverso. Ma serenamente e preventivamente Di Tolve scrive a pagina 120: «Perché se uno da etero passa a gay viene salutato come un eroe e se un omosessuale compie il percorso inverso viene tacciato di falsità e ipocrisia?». Se, come strepitano gli omosessuali militanti, l'omosessualità non è una malattia fisica e neppure mentale, ma una «variante naturale» dell'apprendimento riguardante l'identità, e se la stessa Organizzazione mondiale della sanità stabilisce che in caso di «orientamento sessuale non desiderato, l'individuo può cercare un trattamento per cambiare la propria preferenza sessuale», perché ciò non dovrebbe valere anche nel caso di passare da gay a etero? Il fatto è che l'apparente sicurezza dei militanti nasconde la disperazione che Di Tolve ha riscontrato in tanti amici gay, costretti alla solitudine e all'abbandono, quando non muoiono per Aids o per droga. Ed è stata proprio la morte straziante di un compagno a convincere Luca a ripensare alla propria vita: poi venne la terapia teorizzata da Joseph Nicolosi e, al contempo, la riscoperta della pratica religiosa attraverso Radio Maria e la Madonna di Medjugorje. Adesso Luca è felice con la moglie Terry, e ha fondato il Gruppo Lot (www.gruppolot.it) per aiutare coloro che vogliono ripercorrere la sua strada. Questo libro coraggioso, con una sentita prefazione di monsignor Giovanni d'Ercole, è un'utilissima fonte di conoscenza anche per genitori e educatori, e si basa sull'evidenza che Dio ha creato l'uomo in due sole varianti (fisiche e psichiche): il maschio e la femmina.
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