Il dio dei sogni *
Orizzonti diVersi è la prima raccolta di poesie pubblicata dall’autrice, con lo pseudonimo di NinaGio, scelto per differenziare gli ambiti di una vasta produzione che spazia dalle pubblicazioni giuridico-economiche alle opere letterarie.
Il cammino della poetessa, già dal titolo della raccolta poetica Orizzonti DiVersi, apre scenari inesauribili, paesaggi d’incanto, emozioni.
Volendo, infatti, leggere DiVersi come una sola parola, vale a dire l’aggettivo “diversi”, ci si proietta inevitabilmente su un particolare profilo. Orizzonti “diversi”: diversi dalla vita spesso routinaria, diversi dal lavoro non sempre appagante, ma che pur bisogna svolgere, diversi da rapporti talora stereotipati, in orizzonti che si rivelano “chiusi”.
Altro significato, e strettamente connesso, si apre scindendo il termine “diversi” in “di Versi”: gli “Orizzonti” nuovi sono “diversi” perché “di versi”, si schiudono con e grazie ai versi, al canto poetico, alla poesia, quella branca della letteratura così particolare, per tanti aspetti diversa dalla prosa. Significativamente Erri De Luca, in riferimento alla poesia, parla di “righe che vanno troppo spesso a capo”.
Emblematico allora, nella Terza Sezione, “Spiragli”, la poesia Davanti a tuo dio, ove si parla del dio dei sogni, titolo che mi è piaciuto scegliere per la mia Prefazione alla raccolta di Antonella, o Nina, ma ritornerò più in là su tale aspetto.
Il cammino della poetessa nella sua incantevole silloge si snoda in tre tappe o percorsi esistenziali “Idilli”, “Fotogrammi” e “Spiragli”
I quarantanove brevi (tranne qualche eccezione) componimenti dell’autrice in versi sciolti sono pervasi di ritmo e di colore e impreziositi dall’utilizzo di voci riprese da un ambito antico e musicale.
Per l’appunto gli “Idilli”(questo è il titolo della prima sezione della raccolta poetica)nella poesia greca erano brevi componimenti di tipo bucolico e agreste e nella poesia del Leopardi così sono denominate le poesie di tipo contemplativo (Idilli e Grandi Idilli). Tessere di un’atmosfera sognante e pervasa di sentimento, ove il paesaggio si fonde, è tutt’uno, con gli stati d’animo:
“Nell’orizzonte senza limiti
è fermo un veliero errante
in cerca d’assoluto.”
(Sospiri di sole).
Uno scarto rispetto alla prima sezione troviamo nella successiva “Fotogrammi”, ove il titolo infonde a colui che legge l’impressione di movimenti continui che si susseguono: non dunque meri ritratti, statici, volti solo a rappresentare immagini della natura, persone o stati d’animo o tesi a scolpire tali figure in un disegno compiuto. Continua infatti in ogni componimento il riverbero, il suono della musica percepita, l’afflato verso l’assoluto, in un incessante cammino:
“Come quando piove
cadono gocce di poesia
sulle mie carte.
Come quando piove
gocce d’inchiostro
inondano i miei fogli.”
(Come quando piove).
L’ultima sezione, “Spiragli”, appare protesa verso il futuro, nonostante il “fardello di pietre acuminate” (Turbini di luce) e i “cuori di pietra” degli incontri avuti lungo il proprio camminino (Cuori di pietra), presenti nella precedente sezione: aperture, fessure, pur strette o piccolissime, nei muri, nelle porte, nelle finestre, della propria vita, da dove rimirare, sbirciare, fin d’ora, i raggi di sole, la luce, respirare aria pura, nella possibilità di poter alla fine raggiungere una vita più piena, più felice.
Le tematiche nelle tre sezioni, si rincorrono, talora riprese da diverso angolo visuale: la natura (il sole, la luna, le stelle, il mare, la terra, il vento, la sera, il tramonto), le figure umane (il pescatore, i “cuori di pietra” …), il sogno, la scrittura.
Un tema che emerge con la seconda tappa del percorso poetico, “Fotogrammi”, è quello della figura materna, a partire dalla prima poesia (tra le poche di maggior lunghezza) della tappa, Alla mia mamma; aspetto che viene poi ripreso nell’ultima sezione, “Spiragli”, da diverso punto di vista, Preghiera di madre; o in una visione futura e ultraterrena, Vedrò mia madre; e infine nell’ultimo componimento della raccolta, Amo la vita: a significare la propria essenza:
“come radice d’albero
piantato nella terra di mia madre”
Accanto al tema del “mare”:
“Accoglie il mare il suo declino
mentre dolcemente le onde
affabulano comete
nelle notti di luna
(Sospiri di sole, nella sezione “Idilli”).
“… e il silenzio frusciava sereno
sul mare di seta.”
poco dopo, in ripresa
“Il tempo era fermo:
e il silenzio frusciava sereno
sul mare di seta…”
(Silenzio, nella sezione “Fotogrammi”).
E ancora:
“E noi cambiamo come le stagioni,
tra grandi solitudini marine
ed introvabili cieli.”
(Metamorfosi, nella sezione “Spiragli”);
il “sogno” è l’elemento che ritorna molto spesso (ben 19 ricorrenze, 5 nella prima e 7 nella seconda e terza sezione di cui due titoli di poesie della terza sezione: Sognare ancora e Sogno), fin dall’inizio della raccolta poetica:
“Da lembi di nubi tenue
sfiocca l’alone
e dolcemente declina
sui volti che a notte
sognaron l’azzurro.”
(Alba, nella sezione “Idilli”);
“Su pagine ignare scrivo i miei sogni proibiti
e nel bagaglio, lungo il cammino,
porto con me
un fardello di pietre acuminate.”
(Turbini di luce, nella sezione “Fotogrammi”);
“Sogno, non lasciarmi
sola su cristalli spezzati
con gli occhi pieni di notte..”
(Sogno, nella sezione “Spiragli”);
tanto da assurgere, nella terza sezione, alla figura di un “dio”:
“Il dio dei sogni,
ancella,
cerca te
che ti inchini a venerare,
là dove fede non ha dubbi
né la speranza dispera,
paga di tanta amara pena,
che lacera
e strappa dalle lacrime
gridi di gioia,
per te,
che nella vita irrompi,
dissipando le terrene cure.”
(Davanti al tuo dio, nella sezione “Spiragli”).
Non poteva mancare, per la poetessa, l’aspetto della “scrittura”, della “parola”, la linfa del proprio essere persona e artista, in un’osmosi inscindibile, colma di luce, colori e movimento
“e il mio inchiostro iridato
scriverà parole d’amore.”
(Raggio di sole, in “Idilli”);
“Una pagina al giorno,
vergata su un rigo di sole
e un lembo di luna.
Il mio inchiostro, unguento
alle diuturne tristezze,
su fogli nudi
costruisce poesie,
come aquiloni.”
(Pagine al vento, ibidem);
“E onduleggia la scrittura
mentre pensigliano ricordi
intrisi d’infinito.”
(Come quando piove, in “Fotogrammi”);
“e i miei pensieri costruiscono
nidi fantastici che
lontani ricordi e nuove paure
disperdono
prima che nasca l’aurora.”
(Cavalcando aquiloni, ibidem);
“Io animo le parole,
le plasmo con il cuore […]
Io studio le parole,
quelle che formano parole […]
Io studio le parole, quelle che
son sprazzi di sillabe […]
Poi, quando vien sera, le raccolgo
nella mia gerla di pensieri
che non riesco a dipanare.
scriverà parole d’amore.”
(Parole, in “Spiragli”);
“Fra poco, mentre scrivo,
il temporale finirà
con l’ultimo lampo nel cuore.
Lasciami andare così, poesia,
come un sasso lavato di fresco..”
(Poesia, ibidem).
In chiusa di queste brevi riflessioni, con accenni a versi tratti solo in parte da vari componimenti per non svelarli per intero al lettore, come ogni buon mistero che si rispetti, lasciando ad ognuno la propria personale scoperta, voglio sottolineare come varie poesie ricomprese nella bella ed emozionante raccolta poetica sono stati insigniti di prestigiosi premi (Alla mia mamma, Cavalcando aquiloni, La voce del giusto, Chiudo gli occhi).
* La Prefazione redatta per la raccolta di poesie Orizzonti diVersi (CT Livorno editore ) ha qui qualche modifica iniziale a seguito di integrazioni inserite durante la mia partecipazione alla presentazione del 25 ottobre 20145 nella meravigliosa Biblioteca Casanatense, alla quale sono intervenuto. Le liriche dell’autrice, accanto al mio commento, sono state mirabilmente interpretate dagli attori Gennaro Momo e Lucia De Nigris. Emozionante il saluto e introduzione alle bellezze della Biblioteca della direttrice Lucia Marchi, con ampi consensi trasmessi dai qualificati ospiti dell’evento, in vista anche del che giunge alla Onlus “Il Sorriso di Titto” attraverso la vendita del libro.
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