Per il compleanno di Andrea, per restare
Cosa augurarti che non sia per me -
o dirti o fare che sia giusto
amorevole e lieve
sulle tue ferite più profonde, sull'amarezza
che non sai cullare ma tieni in braccio
goffamente, come un bambino
che traballa sotto il peso
di un orsacchiotto troppo grande?
Cosa - allo sherpa che mi ha portata
sulle spalle come un pacchetto fragile
e pesante, un pacchetto facile a cadere,
pieno di duri e minuscoli cristalli -
inutili per un gioiello intero -
che bastava una scossa a sbriciolare?
Cosa - alle tue mani grandi aperte,
che sognavano pesci immensi
e correnti da accarezzare ?
E sul percorso piccoli sassi sotto ai piedi,
aguzzi come spine,
che dovevi calpestare.
Scorri come un fiume vivo, tu quel fiume
perduto che nei sogni inseguivi.
Segui la scia d'incenso - indizio
e fuga - unzione a nascere alle acque,
per entrare. E fammi scorrere con te,
banco affannato di pesciolini -
viatico per arrivare uniti al mare.
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