A volte aspettare la sera in un cerchio
discioglie nel vino il rumore di me.
Raccolgo la forza dell'aria nei visi
accordati a un silenzio caduto
in stanze lontane tra pause mai chiuse -
per troppo addensarsi è muto l'amore
rimasto in cassetti svuotati di noi.
Era quella, ricordi? la strada in salita
nel bosco di Schlierbach - forse fu tardi
propiziare gli dei a sorrisi risorti -
tra piccoli sassi come singhiozzi
lasciavo cadere minuta follia
in gesti nascosti - molliche di me.
Già in te verdeggiava un'aurora -
splendeva negli occhi del bosco
specchiata nel cielo più verde dei tuoi.
Nell'hortus conclusus cade una goccia -
trabocca di rose nel morbido ramo di te,
curvato sul nudo germoglio di me.
Sulle punte dell'alba è printemps à janvier -
annunciato da semi di voci nel cosmo,
oltre pareti invisibili al tempo di qui.
(Nella chambre des dames portavo dei fiori
e una musica bianca, mai nata per me).
Percorro all'indietro il sentiero, fontana
del tuo proseguire - sul pendio di Schlierbach
un seme nell'erba cresceva per noi.
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