Pubblicato il 21/07/2009 16:31:00
Luisa Contarato, classe 1953, di Ponzano Veneto (TV), laureata in filosofia. Che cosa dire di questa scrittrice che non conoscevo, la cui raccolta di poesie mi è stata donata da un libraio attento alle voci a rischio di inascolto, librai quanto mai rari! Il libro inizia così: “Quando un amorino / scherzoso / scocca nel mucchio / il suo piccolo dardo / e per benevolenza / del vento / ti raggiunge / l’emozione scappa / come una belva / che ruggisce / tutta la sua voglia / di libertà / e devi lasciarla andare / per un po’ / prima di cominciare / a cercarla. / […]”. Forse l’amore è uno scherzo, forse arriva per caso, ti raggiunge nel mucchio, senza aspettartelo, quando tutto sembra portarti altrove, ma quando ti raggiunge entra nel cuore la stessa forza di una belva da troppo tempo in cattività. La Contarato parla di un’esperienza comune ma universale, parla d’amore, delle inevitabili e coinvolgenti sensazioni che possono sorgere da un mondo sopito sotto il quotidiano fluire dell’esistenza, parla del gioco di forza dell’amore, parla di relazioni in equilibrio tra la gioia e il dolore, disperse nel grande mare dell’amore, della fatica e del suo inevitabile scoccare come scintilla in una vita, amore come necessità e sufficienza, il suo inevitabile attorcigliarsi intorno a incomprensioni, l’evolversi inesorabile della delusione, di perdite e ritorni. L’intero libro è un continuum in forma di pensieri, parole e corpi. I soggetti sono uomo e donna, alla ricerca di una diversità che possa sfociare nella sintesi che superi tutta la conflittualità di cui i “diversi”, in potenza, sono portatori. L’autrice maneggia con decisione la multiforme materia dell’amore, prova a capire gli uomini, a tratti pare li conosca, li mostra nella loro nudità creaturale, ne rileva l’arroganza, talvolta la miseria, con molta ironia, ma anche amarezza. Gli uomini qui mostrati appaiono tutti appartenere ad un medesimo ceto sociale, quello della borghesia benestante che ha cose e con esse pensa di poter abbagliare le donne: “Abbagli le donne / con qualche anello fasullo / e sorridi / sopra il tuo fuoristrada / due parcheggi d’ingombro / per dire al mondo / se per caso / non se ne fosse / accorto/ che tu nella vita / ti muovi / con ben quattro ruote motrici!” (“Suv…via”, pag. 25). Ma quando l’amore ha dalla sua anche il contesto che lo custodisce, lo amplifica, allora è come vivere una fiaba i cui contoni sono così mostrati: “Il più bel Natale / l’ho trascorso con te. / Nella notte / era caduta tanta neve / disegnando silenziosa / i contorni di una fiaba. / E noi due / più incantati / ad ogni passo / la mia mano / nella tua / dentro la tua tasca…” (“I contorni di una fiaba”, pag. 56).
Dal punto di vista dello stile poetico, è un libro che ha una sua coerenza, i versi sono brevi, scorrevoli, una certa cadenza musicale conduce l’intera raccolta. Ho potuto però rilevare, qua e là, qualche poesia più debole, in cui l’autrice cede, talvolta, al troppo discorsivo, ma nell’insieme la raccolta regge, è gradevole e mi sentirei di consigliarla a certe mie care amiche, e lo farò.
Una ultima nota, essendo il libro non distribuito nelle librerie (non ha il codice ISBN) in quanto pubblicato con il sostegno della Associazione Culturale La Crosera, e con l’ausilio di qualche sponsor che risulta in terza di copertina, qualora qualche lettore avesse il desiderio di leggerlo potrà contattare la redazione, la quale provvederà, senza impegno, a segnalare la richiesta all’autrice.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
|