Pubblicato il 20/12/2017 21:32:22
Ripensando al Natale di quando, vicino al papà e alla mamma, noi piccoli aiutavamo a preparare il presepe. Iniziavamo a costruirlo il giorno dell'Immacolata; mio padre ne era l'ideatore, mia madre l’aiutava ed ognuno di noi, fratelli e sorelle, apportavamo il proprio contributo alla realizzazione del presepe. Man mano che il paesaggio prendeva forma, iniziando dalle montagne di cartapesta, passando al ruscello animato e la grotta ancora vuota… vivevamo, giorno dopo giorno, l’avvento. Ogni mattina il presepe acquisiva nuovi personaggi che noi aggiungevamo, e così facendo, sembrava che quel paesaggio vivesse i preparativi per la venuta di Gesù Bambino. Simulavamo il movimento, le stradine si popolavano sempre più, arricchendole di qualche spartano oggetto o personaggio caratteristico, fino ad arrivare alla mezzanotte tra il 24 e il 25 per deporre nella mangiatoia il Bambino Gesù: “La Luce”! Colui che rischiara le tenebre, Colui che rappresenta la nascita del bene sul male in concomitanza col periodo del solstizio d’inverno, in cui inizia ad allungarsi la luce del giorno a discapito della notte. Un bambino che, malgrado fosse figlio di Dio, nacque nella più umile povertà, vestito solo della sua luce. Oggi siamo tutti indaffarati a fare spese e pensare a come passare il Natale. È giusto perché festeggiamo la Sua nascita, tutto ciò è bello, e le luci che accendiamo sono per ricordarlo. Natale è la festa dell'amore per il prossimo, è la festa che unisce le famiglie, è la festa dei bambini, è la festa che dovrebbe renderci più buoni, per Suo rispetto, perché ci ha portato con la Sua venuta, la ricchezza che tutti abbiamo, ma che in pochi, purtroppo, regaliamo:“L'Amore”.
Peccato che oggi ci siano poche persone che interpretano il Natale tenendo conto della nascita di Gesù come il vero evento. Troppo indaffarati a festeggiare dimentichiamo la vera essenza di questa festa, che consiste nel fare del bene, amare tutto l'anno e non solo a Natale. Ho come l'impressione che già a Santo Stefano, Gesù sia dimenticato; riposto in uno scatolo e messo a dormire, come le statuette del presepe, per l'anno susseguente, e la vita riprende avendo già tralasciato i buoni propositi che, magari, ci hanno sfiorato la mente durante il giorno di Natale.
Mi fermo poiché se continuassi, potreste scambiarmi per un prete, che non sono, sono solo una nostalgica che vede la differenza tra il Natale di ieri e quello di oggi. Anche ieri si festeggiava, ma non so, c'era una luce che brillava più di ogni altra luce, era quella che si notava negli occhi dei bambini che, con le bocche aperte, ascoltavano la storia della venuta al mondo di un Bambino di nome: Gesù. Che la luce riempia tutti di bontà permanente, e ci indichi il cammino ancora da percorrere.
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