-Usignolo-
Nadia Danon:poco prima di morire un usignolo su di un ramo
l'aveva svegliata.Erano le quattro di mattina,prima ancora che fosse luce:Narimi narimi diceva l'usignolo.
Che cosa sarà di me quando morirò?Sarò suono o sentore?
Forse nulla di tutto questo.Ho iniziato una tovaglietta.Chissà se
riuscirò a finirla.Il dottor pinto è ottimista:quadro stabile,
dice.Forse la sinistra un po' meno bene,ecco.La destra
pulita.Le lastre parlano chiaro.Guardi lei stessa:nessuna metastasi.
Quattro di mattina prima che sia luce:Nadia Danon
comincia a ricordare.Formaggio di capra.Un bicchiere di vino.Uva.
Fiato di sera lento sui colli a Creta,sapore d'acqua fresca,un
pino che stormisce,un'ombra di montagne che si posa su
tutta la pianura.Narimi narimi cantava l'usignolo,laggiù.Ora
mi siedo e ricamo.Prima che sia mattina avrò finito.
-Immerso nel buio a indovinare la luce-
Vedovo e padre.Un uomo rispettabile.Onesto.
Nel suo letto la notte vegogna.
Oltre il muto giace una donna.
Il sonno smarrito.lei sola.
Oltre il muro nuda sul fianco
mia sposa diletta.piccola.Mia.
Accende la luce al capezzale
Nella foto ecco suo figlio.sua moglie.
Si trascina in cucina.Deve bere.
Beve.tirna in camera.Si siede.
Lo sguardo perduto sullo schermo.
Digita sulla tastiera:brutta estate.
dal nero giardino lo chiama un usignolo
immerso nel buio a indovinare la luce.
Narimi Narimi.Come non ricordi?
S'alza.Vorrebbe andare a coprirla
un'ala paterna posarle sul sonno.
Ferma l'istinto.torna al suo letto.
Rinnega il corpo.Si gira.Che fatica.
Accende.Le cinque del mattino.
In Tibet già le nove.
-Elegia di mare-
Poco prima ch'io morissi,un usignolo su un ramo mi traviò-
Narimi mi sfiorò la sua piuma lanuginosa e poi tutta m'avvolse
placenta salmastra di mare
il vedovo di me,la notte fa di cera il suo giaciglio:colei che
l'anima sua ama,
dov'è andata? L'orfano smarrito carpisce segni.
Sposa bambina tu sei per loro,per te la mia camicia
e l'amor di loro.Svaporata è la mia carne.Ponimi a sigillo
sopra il tuo cuore.
-Nadia sente-
L'usignolo l'ha svegliata.Supina a occhi chiusi pensa a che
cosa resta oltre
alla tovaglietta che ha cominciato a ricamare e fors'anche finirà.Resta.
il desiderio che il dolore s'allontani
che tutto s'allontani senza lusinghe.
Nadia riposaa ormai distante dalla base di lancio,a fluttuare
per la Via Lattea:
la stella donde è scoccata s'è fatta remota e minuta,
non c'è più modo di ritrovarla tra le miriadi di altre.
Un usignolo su un ramo la chiama e Nadia giace cancellando
il bene e il male.
Risciacqua come una donna che finisce di lavare la stanza e
cammina a ritroso verso l'uscita trascinando con sè secchio e
spazzolone:ora non le resta che da lavar via dall'ultimo tratto di
pavimento l'impronta dei propri piedi.
Il dolore ancora dorme:questo corpo nemico non s'è
svegliato con lei al canto dell'usignolo,esso e tutte le sue lame.
Persino il pudore,suo eterno compagno di vita.se n'è andato.
Ha smesso di rodere.tutto l'abbandona
e Nadia lascia tutto come un frutto il ramo.Non perchè
qualcuno l'abbia colto,no,piuttosto cedevole cade.
Adesso alle quattro di mattina Nadia è più sola che mai,
non come una donna malata che sente un usignolo in giardino
sola come un usignolo senza giardino senza ramo senza ali.
La mano smunta si posa sul seno avvizzito perchè d'un
tratto un momento
il canto dell'usignolo diventa ciuccio in una culla la notte,labbra
d'infante schiuse
a sollecitare il capezzolo,
oppure no,non è un infante ma un uomo che viene l'afferra
e un cerchio disegna
preme e accarezza,tiene fra le labbra e con la lingua
le traccia il seno
fremiti che scendono sin dentro la spina dorsale
ma così gli aghi cattivi della malattia si svegliano
e come un bambino al buio Nadia si mette un dito in bocca.
Narimi narimi è passato e ora ha bisogno di una puntura
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Amina Narimi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.