Pubblicato il 06/12/2017 06:25:55
L’impatto che un nativo naïve può ricevere da un ambiente intellettuale, artistico o di gente colta è una spinta repulsiva, provocata questa quando il tasso di snobismo sia molto alto ovvero sopra valori minimi al fisiologico. Così, appena entrato nel Follyk l’idea di trovarsi in un contesto disabituale alle mie frequentazioni, tentava il corpo alla fuga; ma, fortunatamente, la virtù ha prevalso sul peccato: sono rimasto. Ecco, la premessa per dire che la cifra stilistica del piccolo convegno è stata l’umiltà del sapere e del talento: Maria, Roberto e Giuliano, con semplicità e generosità hanno “spezzato il pane” di questa decennale esperienza, di questa decennale “incarnazione” di un’idea di arte, sapere e cultura, impreziosendo la cornice valoriale di materiali pregiati: il ricordo degli assenti per circostanze sfavorevoli, la preziosa memoria dei “diversamente presenti”, ché un poeta mai muore davvero fino in fondo (per tutti: Pietro Menditto e Gabriella Maleti) e la presenza squisitamente discreta ma fortemente significativa dei loro validi collaboratori invero “coproduttori” di quest’esperienza collettivo-comunitaria quale è La Recherche. Ciliegina sulla torta, il piccolo (per tempo ma grande per testi ed interpretazione musicale) concerto di Fedele Mazzetti-Gastarbeiter Orchester. Insomma, sono uscito di lì dopo aver “rubato” da clandestino della Poesia tanta Bellezza: umana, spirituale (ché la poesia, la musica, la cultura, l’arte in genere - abbiamo anche veduto in video opere di una giovane brava e talentuosa disegnatrice, nonché un corto apprezzato della Musik). Infine, menzione speciale per Giuliano: il suo amore per Marcel non solo me ne trasmette tratti di conoscenza, ma stimola la curiosità ad un incontro personale con Proust medesimo (l'essenza di ogni docenza credo debba essere la passione per ciò che s'insegna).
Con grande stima e intima gratitudine
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