Pubblicato il 22/02/2013 08:46:48
Vivi come un Dio da qualche parte dietro ai nomi che ho per te; il tuo corpo è fatto di reti in cui si è ingarbugliata la mia ombra; la tua voce è perfetta e imperfetta come petali dell'Oracolo in una massa di margherite. Onori il tuo Dio con bruma e valanghe ma tutto ciò che ho è la tua religione senza promesse e monumenti che precipitano come stelle su un campo dove dicevi di non aver mai dormito. Sagomandoti le unghie con la lama d'un rasoio e leggendo l'opera come un Libro dei Proverbi che nessun uomo scriverà per te, una membrana smessa della voce che usi per avvolgere il tuo silenzio si lascia trasportare tra noi due dalla forza di gravità e qualche meccanismo della nostra vita quotidiana le imprime sopra una domanda ordinaria come il Padrenostro innalzato su una moneta laminata. Già prima di cominciare a risponderti so che non mi starai ad ascoltare. Siamo insieme in una stanza, è una sera di ottobre, nessuno scrive la nostra storia. Chiunque ci trattenga qui nel mezzo di una Legge, lo odo ora lo odo respirare mentre decora magnificamente le nostre semplici catene.
(http://www.paroledautore.net/poesie/straniere/cohen/cohendio.htm)
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