Bisogna andare, a un certo punto.
Un esodo in cucina a farsi un caffè
lontano da noi stessi, sollevati dal divano
in levitazione di intenti - è peripezia.
Infatti Simone Weil in uno dei Quaderni
diceva che per uno molto pigro,
anche solo togliere un granello di polvere
può assurgere a gesto di offerta o preghiera, e non bisogna
mai pensare al risultato, o se quello che si fa
riceverà una ricompensa o meno. (Sarebbe come togliere
il tappeto sotto ai piedi di qualcuno
che non è ancora entrato in casa. Non si fa).
Mia madre si era messa a leggere i Tarocchi,
eppure, anche se non aveva fatto grandi studi,
amava Proust e la letteratura americana -
ma forse era proprio questa sua passione
per una scrittura così ampia, non convenzionale,
che l'aveva spinta a sperimentare un'arte
così improbabile e fuori dagli schemi.
Questo dopo aver subito un tradimento -
ma bisogna pur dire che lei non aveva certo
quello che si dice un carattere accomodante:
era del segno del Cancro, con ascendente Leone,
lunatica e dolcissima, amorevole e furiosa.
Simone stessa supponeva - e non superficialmente -
che gli astri abbiano dignità creaturale; ebrea,
vedeva nei nomi delle cose l'espandersi dei miti,
dove sboccia in nuce il Simbolo di Cristo.
Fino ad arrivare al sublime paradosso
di convertirsi al Cristianesimo senza farsi battezzare -
non amava corsie preferenziali, lei che si volle
esclusa fra gli esclusi.
Dunque per mia madre in quel frangente amaro
i Tarocchi furono Mito di Salvezza e avventura,
non superstizione. Chissà che quel vestito lilla
che la irradiava perlacea e luminosa -
mentre miseramente sorrideva incoronata
profetessa a indovinare più misere sventure -
chissà che non sapesse di essere il prescelto
quando fu quieta e sola a indossarlo nella bara.
Questo per dire che alzarsi a fare un caffè
diventa il colpo di reni di un'illuminazione -
fuga da un egitto soffocante, passaggio oltre noi stessi,
periglioso attraversamento di tutte le memorie -
se i morti ci guardano in attesa, sorridenti,
mentre andiamo, restando fermi, a farci il caffè.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore cristina bizzarri, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.