Pubblicato il 17/02/2013 12:11:05
A mio padre Stevan
Una lettera. Da un vecchio libro è caduta. Le tue parole inesauribili. Dicono che stai per arrivare.
Ed ecco apro le finestre. Le strade degli anni spazzo dalle foglie.
Sono trascinati dal peso del desiderio. Da un cavallo cieco. Con la pioggia nel cuore. Conoscendo la via.
Perché sono figlia del tuo occhio. Mi vedi in ogni distanza. Sto crescendo. Sempre figlia.
Io igloo. Capanna sotterranea di neve. Stanzetta di rose congelate.
Dove l’abbraccio di ciò che è esistito e consunto è possibile. E caldo.
E il dolore così tante volte più grande di me senza firma in ognuno sta.
Supera il tempo. E non ha mai fine.
(a cura di Marija Mitrović, vedi http://www.filidaquilone.it/num011mitrovic.html)
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