Poeti (di Torino) in 10 righe - 13. Max PONTE
Max Ponte (1977) vive e lavora a Torino, dove si è laureato in Filosofia con una tesi in Estetica. Svolge attività di ricerca presso l’Università di Parigi-Nanterre. Ha pubblicato in versi: Eyeliner (Bastogi, 2010) e 56 poesie d’amore (granchiofarfalla, 2016). Nel 2015 pubblica in ebook il saggio Potere Futurista e suoi racconti e poesie sono presenti in antologie, riviste e raccolte collettive. Curatore di mostre, programmi radiofonici, incontri poetici, poetry slam, è ideatore de L’Angelico Certame (un nuovo format di gara poetica) e di Poeticilibri, rassegna di poesia contemporanea.
“La poesia può essere declinata in vari modi complementari. Io stesso sono autore di poesie classiche e poesie performative, visive, sonore.” È lo stesso Max Ponte (Versante ripido, 01/2016) che ci fornisce utili coordinate per la sua poetica, altra preziosa singolarità nell’areale torinese (e non solo). Dalle densità di “allitterazioni, assonanze, polisensi [che] riescono in sagre festose” (A. Lora Totino) Ponte mesce “facondo gorgoglio linguistico” – dagli echi futuristi e visivo/sonori - “e una più posata e ragionata folgorazione del valore significante dei singoli testi” (A. Saveriano).
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Ho bevuto la tua clorofilla
Ho bevuto la tua clorofilla
di fata silvestre
ho sentito il tuo collo crescere
sulle mie labbra
la lingua nel solco
chissà dove eran finite
le tue scarpe di vernice
mentre la città taceva
chissà dove si trovava
l’autobus numero 61
chissà le redazioni
dei giornali chissà
mentre tu ti muovevi
su di me e i tuoi
capelli i tuoi
capelli facevano
mentre emettevo
resina i tuoi capelli
facevano la fotosintesi
in 56 Poesie d’amore, granchiofarfalla, 2016, pag. 14
Ho provato a star senza di te ma poi mi appassivo
Ho provato a star senza di te
ma poi mi appassivo
il cielo diventava
plumbeo plumcake plastico
i giorni non sterzavano più in curva
anche il mio rapporto con i gatti
diventava difficile
mi pareva che tutto
mancasse di sostegno
gli alberi si afflosciassero
e anche le auto
le auto se ne andassero in giro stancamente
Ho provato a star senza di te
ma poi mi appassivo
non capivo la funzione della ghiaia
e continuavo sì continuavo
a pensarci senza motivo
in 56 Poesie d’amore, granchiofarfalla, 2016, pag. 15
Una lunga e logorroica poesia che filtra
Una
una lun
una lunga e
allupata poesia
livida lonza luppola
torbida trepida tumida
serpica stupida tropicana
sempre e comunque logorroica
brodaglia stolida ora tracimata
sempre da detto prepuzio precipizio
ora filtra nelle falde vocali fere fino
al centro della terra infeltrita cimicia
a p i p o p u p e
a o i o o o u o e
a e i e o e u e e
a s i s o s u s e
a i i i o i u i e
a a i a o a u a e
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. . . . . . . . .
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