Sei tu come la pioggia di gennaio:
insistente, incessante e congelata
che sporca i vetri del mio lucernaio
così la luce d’ogni giorno è ombrata.
E sei come la goccia corrosiva
che il cuore mi distrugge lentamente.
Una tortura che giammai ravviva,
ma a morte certa condurrà la mente.
Sei quel tambureggiare di tempesta,
quel frastuono che cerco di sedare
stringendo fra le mani la mia testa,
distrutta ed incapace di pensare.
Tu sei i miei silenziosi temporali
che allevano l’amore e le mie ali.
Nota: Sonetto elisabettiano
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