Pubblicato il 08/09/2016 08:36:09
VENEZIA 2016 Orizzonti – by Cineuropa News Il più grande sogno si avvera nella periferia romana di Camillo De Marco
05/09/2016 - VENEZIA 2016: Il "borgataro" Mirko Frezza interpreta qualcuno di molto simile a se stesso nel lungometraggio d'esordio di Michele Vannucci.
Quando un autore incontra una storia o un personaggio non li lascia andar via, li coltiva, li coccola, li sviluppa, se ne impadronisce. Spesso è la storia o il personaggio che si impadronisce di un regista o uno sceneggiatore. Michele Vannucci, al suo primo lungometraggio con Il più grande sogno, in concorso nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia, ha incontrato Mirko Frezza nel 2012, quando stava facendo del casting per il suo cortometraggio di diploma in regia al Centro Sperimentale. E ha capito che qualcosa di importante era entrato nella sua vita. Quest'uomo di 40 anni dal fisico imponente, lunghi capelli e barba da hipster, tatuaggi tribali e occhi penetranti, aveva una storia da raccontare. La sua. Un passato difficile nella periferia romana, una moglie, tre figli, una madre e un padre a cui badare. L’avevano eletto presidente di quartiere e aveva aperto un centro sociale. Dopo sei cortometraggi di finzione, cinque documentari e un mediometraggio, nel 2015 Vannucci ha realizzato il cortometraggio Una storia normale, cui è ispirata questa opera prima di lungometraggio, Il più grande sogno, prodotto da Giovanni Pompili per Kino, in collaborazione con Laser Film, Upupa e il sostegno di Roma Lazio Film Commission e il contributo del MiBact. Mirko Frezza interpreta dunque qualcuno di molto simile a se stesso: un uomo appena uscito da qualche anno di carcere che torna nella sua borgata e cerca di ricostruirsi una vita, possibilmente onesta. Cosa non facile se hai un padre criminale (Vittorio Viviani) e la tentazione è dietro l'angolo. Accanto a sé ha una moglie che lo ama (Milena Mancini) mentre la figlia maggiore Michelle (Ginevra De Carolis) lo accusa di averle abbandonate e di essere tornato per cacciarsi in nuovi guai. Ma Mirko è bigger than life, non smette mai di parlare e muoversi e quando a sorpresa lo eleggono presidente del comitato di quartiere, decide di indirizzare le sue energie su quel "grande sogno" di aiutare la gente riscattandosi dalla sua condizione di ex-delinquente. Ad affiancare Mirko Frezza c'è anche Alessandro Borghi, il Vittorio di Non essere cattivo (fuori concorso alla Mostra del 2015), considerato uno dei giovani attori più promettenti degli ultimi anni.
Sinossi di Michele Vannucci
Questa storia racconta di Mirko, un criminale romano che all’età di 39 anni si rende conto di avere davanti a sé un “futuro da riempire”, per sé e per la sua famiglia, possibilmente in modo onesto, e che improvvisamente viene eletto a sua insaputa Presidente del comitato di quartiere col 77% dei voti. La vita per Mirko cambia, radicalmente. In modo irrazionale insegue il sogno di un’altra esistenza per sé e per la sua borgata: basta spaccio, basta violenza, basta indifferenza, ora c’è bisogno di creare una comunità unita sul principio dell’aiuto reciproco. Bisogna far funzionare la mensa per i poveri e costruire un orto dove far lavorare ex-detenuti come lui. Questo è il suo sogno. Un sogno però difficile da gestire. Soprattutto se tuo padre è un criminale dai sogni megalomani e se in famiglia cerchi d’importi come padre delle tue due figlie da sempre ignorate. E il tuo passato rimane sempre lì. Una porta facile, facilissima da riaprire. Questo film racconta di un bandito che si convince d’essere padre spirituale della propria borgata, custode di una felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. È la storia di un sogno, a tratti irrazionale, fragile come un bicchiere di cristallo ma capace di regalare il futuro a chi non credeva di meritarsi neanche un presente:
titolo internazionale: I Was a Dreamer titolo originale: Il più grande sogno paese: Italia anno: 2016 genere: fiction regia: Michele Vannucci durata: 97' sceneggiatura: Michele Vannucci, Anita Otto cast: Alessandro Borghi, Vittorio Viviani, Milena Mancini, Ginevra De Carolis, Mirko Frezza, Ivana Lotito fotografia: Matteo Vieille montaggio: Sara Zavarise scenografia: Lupo Marziale costumi: Sabrina Beretta
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