La Gazza, di Claude Monet - Musée d'Orsay Paris
La piccola ombra scura si proietta
davanti a noi sul recinto bianco
della vita dove i giochi di luce
s’insinuano e delineano
quello che siamo e quello che non siamo.
La gazza insegna che il punto grigio
all’apice della staccionata che sole e neve
dipingono nell’immota sua meraviglia
è il nostro punto fermo
di un domandarsi che mai s’acquieta.
Chissà se mai potrà qualcuno un giorno dirci
quello che siamo e quello che non siamo:
il punto grigio immerso nella neve
o la gazza stessa che stupita ammira la sua ombra?
È la domanda a cui noi sottostiamo abbarbicati
sopra quel legno storto che modula la luce
e ci attraversa e poi si arresta alle spalle
e riempie di stupore noi che siamo
alla ricerca di quel senso per quel punto grigio
forma informe di noi e della gazza
impressa nel silenzio luminoso della neve.
[ Dalla raccolta Frammenti di un corpo e di un’anima, Aracne editrice, Roma, 2006, proposta in Salon Proust, LaRecherche.it, 2013 ]