Pubblicato il 24/01/2013 20:07:49
. Quel paese in lontananza, vagheggiato ha case in pietra ed è tutto memoria
dura materia rappresa come una gelida materia congelata
o che tale appare dalla tomba del Barone a Zikhron agli occhi di un bambino: dall’infanzia alla tomba.
E c’era anche un’Acco che non c’è: ne rimane un senso d’estraneità in zona araba, neppure infanzia, in fondo, no, neppure.
Ed Eilon: tutto era quasi a portata di mano. Indubbio. E quella mano non si riempiva. Com’è difficile
riempire una mano vuota lì dove fiorisce il limone. Ti eri trovato un luogo!
In notti superflue, sulla via al necessario stravizio, racconto ancora la storia incompleta
che ancora fa il suo debito effetto sulle giovani leve. Curioso. Quanto ormai
suona fredda a me, al figlio del muratore. E lei continua a tremarti sotto, eh? La madre terra.
Alzati, mia Talitha, cuore mio, alzati, se è possibile, se ancora è possibile aiutarmi a inventare nuovamente, alla mia età, anche
stanotte una vita, un luogo.
(http://poesia.blog.rainews24.it/2012/03/22/natan-zach-la-parola-che-cade/)
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