Va menade,
ove Bacco ti chiama,
dai tuoi crespi nidi
l' ebrezza si dirama.
Danza, nel fatuo bosco bruno,
disciogli il tuo volto e le tue membra,
oh arpia soave,
con satiri
su allori.
Cavalca centauri, emblemi di furia, e bevi,
dai calici della vittoria,
l' essenza di Dioniso Nostro Signore.
I tuoi occhi riflettano,
nell' ombra di un olimpico fantasma,
un vortice eterno di secoli:
il cieco volere che, croce crespa,
nel cielo ti appende e regina ti fa
di questo mondo.
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