Qualche giorno indietro mi ero svegliato con la curiosità delle origini della lingua italiana ed in rete che trovo? L'articolo, che riporto nel link in calce a queste mie note, che mi sembra molto interessante per chi avesse la mia stessa curiosità e volesse cercare delle risposte su questo argomento.
Dando per scontato che la prima Scuola di Letteratura italiana sia nata in Sicilia alla corte de Normanni intorno all'anno 1.166, confermato che altri documenti della scuola siciliana siano stati trovati sparsi un po' qua ed un po là per l'Italia, ed alcuni manomessi e trasformati dai copisti toscani successivi, considerato che probabilmente Dante sia nato nel 1.265, ma può darsi anche dopo, ovvero 100 anni dopo la nascita della Scuola Siciliana, anch'io concordo con l'autore della ricerca, sostenendo che probabilmente con il tempo altre scoperte potrebbero sconvolgere le sicurezze di date certe sulle origini della lingua italiana.
Intanto è certo che il "Placito Capuano" o la "Carta Capuana" cassinese, sia il primo documento in volgare italiano, ed abbia la data del 960 ma si ha conferma che un altro documento in volgare, “L'indovinello veronese" (collocato intorno all'VIII°- inizio IX° secolo), abbia una data ancora anteriore (e questo proverebbe la "vicinanza" della lingua veneta alla lingua siciliana).
Non è finita qui.
Nel comune di Montieri, dove possiedo un appartamento, esiste un documento in volgare "La Guaita di Travale" (con contenuti simili alla Carta Capuana) che porta la data del 1.158 e, sempre nel comune d Montieri esiste un altro importante documento in volgare, il Breve di Montieri, datato 1.219, che regolarizzava la vita all'interno del castello ed era prevalentemente legato all'estrazione e fusione della pirite.
Ma non è ancora finita qui: il francescano Andrea da Grosseto, nato a Grosseto a meta del 1200, che insegnò a Parigi letteratura ed arti poetiche, è considerato uno dei primi scrittori in lingua italiana avendo utilizzato un volgare purificato dai termini toscaneggianti e comprensibile in tutta la penisola per tradurre dal latino i "Trattati morali" di Albertano da Brescia, fornendo un primitivo esempio di prosa letteraria in italiano ed il suo contributo nella letteratura italiana è molto importante, poiché è considerato da alcuni studiosi come il primo scrittore in lingua italiana in una città a carattere prevalentemente agricolo, in cui le lettere fiorirono solamente a partire dal XVIII secolo.
Con molta probabilità Andrea fu influenzato dalle continue frequentazioni con la corte imperiale di Federico II di Svezia, il quale raggiungeva Grosseto, ospite degli Aldobrandeschi per tantissimi anni, per la caccia con il falco in Maremma.
Tutte queste date, però, alla fine confermano che la lingua volgare italiana fosse già ampiamente in uso in varie parte d'Italia anche prima della nascita della Scuola Siciliana, anche se i Normanni hanno il merito di aver dato sistematicità e prestigio alla lingua italiana cominciando ad impiegarla ufficialmente in letteratura nelle loro composizioni e nei loro incontri poetici.
Furono loro, infatti, a far arrivare in Sicilia il fior fiore dei poeti verseggianti sia italiani che stranieri (i cosiddetti Trobador provenzali in lingua d'Oc della Francia meridionale) e sancendo ufficialmente la nascita del sonetto e delle prime forme liriche che applicavano ritmo e metrica ai loro versi e dando l'avvio ufficiale ad una vera e propria scuola di letteratura.
Ma quello che molti ignorano o trascurano è che il merito principale della nascita della nuova lingua spetti al popolo, a quella massa informe, vituperata ed emarginata, che cominciando a parlare in massa un volgare a loro più congeniale, rispetto al latino, costrinse poi anche la classe dominante e colta a parlare ed accettare quel linguaggio come mezzo di comunicazione comune se volessero essere capiti dal popolo.