Pubblicato il 15/04/2009 19:55:02
Il salice reclinato contava arpe mute. Piangeva piogge dal cielo smentite. Cadenti braccia all’amplesso negate sfinite eppur mosse dall’assenza stillavano l’ultima linfa nel tramontar l’addio. Il giunco giovane raccoglieva le benigne stille inervandosi flessuoso ed aureo. Canna d’organo, suonava di vento, il crepuscolo requiem.
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