Pubblicato il 23/12/2016 19:16:53
"Fin dal principio della mia avventura poetica mi resi conto ch’essa aveva a che fare con delle peculiari esplorazioni. Lo spingersi dentro altre vite, incontri casuali, diveniva spesso il preludio di quel meccanismo automatico ed esoterico. Fantasmi del passato, squarci estremi e fugacissimi di me stesso. La creatività pende da molteplici rami, come questo, e come quelli del gioco creazionista e surrealista, ludico ma non meno sospeso nel profondo siderale, anzi, e chiaramente aggrappato a quel corpo e quell’anima che ribollono, a tratti esplodono, nella quotidianità dell’essere del poeta. Da qui l’esigenza di una considerazione evidente che riguarda Fernando Pessoa, il quale per necessità vitale di creare fu costretto a moltiplicarsi, a farsi altri da sè, caratteri unici, personaggi di esistenze irreali, eppure vere. Non è più la poesia che si dissocia dal poeta, ma è il poeta che si distacca dal poeta stesso, per dare inizio ad un cammino nuovo, a respiri differenti, a intenti estranei. Una schizofrenia artistica rivolta verso l’interno, e al medesimo istante un’esternazione creativa epica ed intensa".
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