Non è tornata oggi la merla
che ieri sembrava cercarti
tra i rami del bosso
tua ombra
rubata alla canicola d’agosto
quando spossata poggiavi
la vellutata testa nella pozza
che d’acqua fresca rinnovavo a sera
perchè potessi bere senza fatica.
Il giardino è pieno di morti
che ancora convivono con me
consolando l’ultima neve
nell’addio di un marzo grigio
già profumato a dire
il nuovo rotondo ritorno
di rose ambiguamente amate
che non posso offrire.
Mi volgo a questi cieli velati
come a sentieri delle vostre voci
e allungo la mano a sfiorare
seta di fulvi mantelli :
accoglietemi in festa
come dopo ogni assenza
quando sarà per me
giunto il momento.
Svolano intanto cince gioiose
e cardellini sui semi di girasole
offerti in dono.
Bisogna pur amare
in attesa di morire.
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