Pubblicato il 27/04/2017 04:40:36
La Manni Editore è molto felice di annunciare che Alberto ROLLO con Un'educazione milanese è nella dozzina del Premio Strega 2017.
Presentato da Giuseppe ANTONELLI e Piero DORFLES
Scrive Giuseppe Antonelli, linguista e critico letterario: È una autobiografia tridimensionale, che racconta allo stesso tempo la vita di una persona, di una città, di una generazione. E lo fa anche tramite libri, film, canzoni che hanno segnato quelle vite e quelle storie. È un libro in cui, come Pollicino, ciascuno può andare a cercare la propria strada, grazie alle tante tracce che l’autore ha disseminato sbriciolando pane per citabondi. Seguendo la pista delle parole ed espressioni che il racconto evidenzia tra virgolette, ecco che questo romanzo di formazione diventa anche – oltre che un’educazione politica, civile, morale – un’educazione linguistica.
Piero Dorfles, giornalista e critico letterario, sottolinea l'aspetto storico del romanzo: Quello che disegna il racconto di Rollo non è solo l'autobiografia di una generazione, ma un punto di svolta cruciale del Novecento. La generazione che ha vissuto il '68, il '77, gli anni di piombo, la Milano da bere, è anche quella che ha assistito al declino della centralità operaia, all'eclisse della lotta di classe come fattore portante della dinamica politica, al fondersi di culture e costumi una volta in conflitto tra loro.
“Cerco ponti in cui lo spaesamento e il sentirmi a casa coincidano. E su quei ponti finiscono con l’apparire, teneri e meridiani, i fantasmi che mi riconducono là dove io sono cominciato e dove è cominciata, per me, questa città.”
Questa è una ricognizione autobiografica ed è il racconto della città che l’ha ispirata. Si entra nella storia dagli anni Cinquanta: l’infanzia nei nuovi quartieri periferici, con le paterne “lezioni di cultura operaia”, le materne divagazioni sulla magia del lavoro sartoriale, la famiglia comunista e quella cattolica, le ascendenze lombarde e quelle leccesi, le gite in tram, le gite in moto, la morte di John F. Kennedy e quella di papa Giovanni, Rocco e i suoi fratelli, l’oratorio, il cinema, i giochi, le amicizie adolescenziali e i primi amori fra scali merci e recinti incustoditi. E si procede con lo scatto della giovinezza, accanto l’amico maestro di vita e di visioni, sullo sfondo le grandi lotte operaie, la vitalità dei gruppi extraparlamentari, il sognante melting pot sociale di una generazione che voleva “occhi diversi”. A questa formazione si mescola la percezione dell’oggi, il prosciugamento della città industriale, i progetti urbanistici per una Grande Milano, le trasformazioni dello skyline, il trionfo della capitale della moda e degli archistar.
Un romanzo autobiografico magistralmente scritto, lo sguardo teso della visione: la storia di una città, di una generazione.
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