da La nave di nebbia, Milano, Vivarium, 2005
Dormono tutti gli dei
e dormono le onde
gli ulivi benedicono lo sguardo
con la vecchiezza di antichi servitori
ti offrono vasi di sonno
aprili piano con dolce cautela:
guizza la salamandra
il carro del sole
trascina scomparendo
la luna nella stanza
non chiudere gli occhi
lascia che lo facciano le api
fasciandoti di miele
non dormire
ma presentati al sonno
come un treno buca il mattino
squillando insieme al gallo.
Ninnananna bielorussa
Dietro il violino di casa
c’è la capra
e dietro la capra
ci sono i ghirigori del ghiaccio
dietro il ghiaccio
c’è una panchina
sulla panchina
c’è seduta la sposa
sui suoi capelli
cìè una rosa
sopra la rosa un usignolo
sopra l’usignolo il suo canto
i suoi accordi
col paesaggio
dietro il paesaggio
c’è il pittore
quello del sonno e tu
leggi l’alfabeto dei sogni
lo spesso delle rughe
e dei capelli perduti
del come dei fiori di ciliegio
e di quali foglie per prime
cadono dal pruno.
da Io con vestito leggero, Pasian di Prato, Campanotto Editore, 2005.
la Signora è nata ieri
e già la polvere la insegue
per renderla alla polvere
come fosse una nuvola:
la Signora è ottobre stasera
che capita a qualcuno
perché cadono le foglie-
*
i bambini si addormentano sui rami
oltre le finestre di neve
non al caos
ma verso il gelo
si dirige la Signora
e i voli le danno ali
perché l’inverno ricordi la trasparenza
e le stesse ruote che svelano il mattino
quando i bambini salutano
fanno emigrare le mani-
*
Nel suo unico occhio il lago
accoglie le nuvole in viaggio
il volo spartano delle oche
insieme al vento tremano
le leggere spine d’amore
che il pino vicino getta ogni giorno
senza attendere risposta
né mettere indirizzo
da Poesie del mondo, raccolta inedita
Cielo presente
fino a terra
cielo con le mani
coprimi di nebbia
di atletiche nubi
cancella per un po’
la troppo esposta
faccia, appendi
l’ombra al candelabro
e conservala nel buio
delle sere, nello scrigno
delle stelle stelle tutte polari.
Cielo tigre divorami
e custodiscimi nella tua gola nera
come tuo cucciolo
imprevisto venuto male
cancellami di ore bianche
mantello girovago
cielo sonnambulo
vestimi di erbe tenere
e resina odorosa
foderami di ombre di grandi
bestie e belve solitarie
fammi vorace di luce
paziente tessitrice di buio
in me rinserrati
come tua ghianda
vieni a fare pelle.
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