I
Nel giorno meraviglioso
le due vicine, l’anziana e la giovane
si svegliarono di buon mattino.
Nel loro cuore c’era gratitudine
ma segretamente anche un rimprovero
per la rarità di quel dono di luce
che legittimava illazioni
sulla prodigalità dell’onnipotenza.
Ma, nonostante questo, quello che
si presentava così radioso era un giorno
tutto da godere.
La luce non sembrava provenire dal sole
ma fiorita nel corso della notte,
tale era la terrestre intimità che
suscitava nelle persone e circolava
inchinandosi in saluti equanimi
a tutte le creature.
L’anziana trascorreva le sue giornate
spiando la giovane e senza concedersi pause.
Anche quando si cibava sedeva davanti alla finestra
del soggiorno dalla quale, masticando lentamente,
non si perdeva un solo gesto della ragazza.
Nel giorno meraviglioso, quindi,
tutto procedeva come sempre.
La vecchia si era accomodata al suo posto
e spiava ogni movimento della giovane
inquadrata dalle numerose finestre
tutte a portata d’occhio dell’anziana.
Questa, pertanto, la vide alzarsi, la vicina,
raggiungere lentamente la cucina,
prepararsi una gran quantità di caffè
e berlo come fosse acqua, e poi Via!
con i lavori di casa.
L’anziana guardava e la giovane
era guardata mentre ritirava i panni
asciutti e stendeva quelli appena tolti
dalla lavatrice; sbatteva i tappeti;
passava l’aspirapolvere per tutta la casa;
dava la cera ai pavimenti e, lo dico adesso,
faceva tutte queste cose cantando
un vecchio successo degli anni ’60.
Non c’era che dire: l’allegria con cui
attendeva ai lavori domestici era sicuramente
un segno di buona salute, ottima anzi.
Così si fece ora di pranzo e la vecchia
si accinse al pasto senza mai distogliere
lo sguardo da quello che faceva la vicina.
Il giorno era al culmine della sua radiosa armonia;
gli uccelli cantavano così forte che sembrava
volessero avvisare gli uomini di qualcosa o
semplicemente non reggevano quell’aria
così elettrica, rarefatta, quel gas così puro
che si insinuava veloce nei loro minuscoli polmoni.
In quel giorno miracoloso fratelli che non
si parlavano da anni avrebbero stipulato
una pace duratura; figli alienati avrebbero
risparmiato i loro genitori; mannaie
sarebbero rimaste appese nel deposito
degli attrezzi; l’agnello e il lupo, come vide
il profeta, avrebbero bevuto alla stessa pozza
e dissetati avrebbero percorso lo stesso sentiero,
chiacchierando del più e del meno.
La vicina anziana, quindi, cominciò il suo pasto
e notò che la giovane invece di fare una pausa
adesso si era messa a lavare i vetri e dove non
arrivava si aiutava con una sedia o uno scaletto.
La vecchia aveva calcolato che comunque,
dopo aver lavato i vetri, la giovane vicina
non avrebbe avuto più niente da fare e poteva
fermarsi per mangiare un boccone.
C’era solo una cosa che suscitava un pizzico
di perplessità, che trapassava la coscienza
indurita dell’anziana ed era proprio il modo in cui
la vicina lavava i vetri. In realtà, sebbene questi
fossero quasi puliti, lei li strofinava con tale veemenza
da dare l’impressione di volerli attraversare.
Ma questa fu solo una goccia che si andò subito
a perdere nell’anima spugnosa della vecchia.
Ma ecco! La giovane vicina, sempre cantando
quel successo degli anni ’60 aveva finito e sulla
veranda, nel punto migliore per l’osservazione
dell’anziana, c’è una sedia a dondolo con accanto
un piccolo tavolino di vimini cosparso di riviste.
Sorridente e appagata la giovane si siede,
distende le gambe, si stiracchia strizzando le palpebre,
allunga una mano verso il tavolino, rovista un po’ tra i giornali,,
impugna una pistola, infila la canna in bocca e preme il grilletto.
II
Gli inquirenti alla testimone:
- Signora, non ha per caso notato qualcosa di strano
ultimamente nella sua vicina?
- No che non ho notato niente di strano! Che c’era da notare?
Era tutto normale. Ma voi promettetemi che lo prenderete
al più presto quel bastardo assassino che ha ucciso la mia
giovane vicina.
- Ma, signora, non c’è stato un omicidio, la sua vicina si è
suicidata e su questo non c’è alcun dubbio; ci sono tutte le prove,
i testimoni e lei è la principale.
- E io vi ripeto che non si tratta di suicidio, ma di omicidio.
Qualche delinquente deve essere entrato dal retro, lei deve
averlo visto si è messa a urlare e quello, sicuramente alle
prime armi, preso dal panico le ha sparato.
- Signora, per l’ultima volta: la sua vicina si è suicidata.
- E io vi ripeto che non è possibile.
- Ci dica una buona volta perché non è possibile.
- Non è possibile perché in tal caso voi non stareste qui a parlare
con questa vecchia in quanto quel colpo avrebbe ucciso anche me.
- Cosa vuol dire signora: avrebbe ucciso anche me?
- E’ proprio così, quel colpo ci avrebbe portato via insieme, perché
la mia vicina, con cui non ho mai parlato, la mia vicina era parte
di me, anzi era me, anzi la mia vicina ero io.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Pietro Menditto, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.