VI
Da quanto tempo non la pensava a sua madre
anni e anni che non la sognava ora quasi che la vedeva
affacciata al balcone in dormiveglia la sentiva chiamare,
Cristofalo, ancora fuori a giocare!sali ch’è tardi presto
a te aspetto, ritirati ch’è tardi, scurò, sali.
X
Pure ti dico che avevi ragione abbiamo scherzato
siamo tutti fantasmi i vivi e i morti siamo gli stessi
andiamo e veniamo figli e figliastri dello stesso mare,
ora però mi sento una cosa nel petto Sciaverio
s’è aperta una grande vallata di felicità
sono arrivato all’appuntamento
grazie, Signore, grazie, sono qua.
XX
Meno male che la chiesa era sconsacrata
perché i becchini comunali bestemmiavano senza pietà
dato che per uscire questa minchia di salma dalla sagrestia
quattro ce ne volevano operai no due, a parte il feto i microbi
c’è posto meglio della chiesa con tutti i santi e le madonne
guardato a vista ci vuole culo pure per morire, compare,
guarda a questo s’è fatto trovare bello pronto, dritto impalato
vestito dalla testa ai piedi e con le braccia incrociate,
che vuole dire?che non vuole essere toccato questo cataplasima?
ava’, sbrighiamoci, alziamolo paro, compare, al mio tre via
sotto la balata con tutti gli altri, ché mi aspetta uno sticchione
con le cosce aperte, vai, quella femminona è buona e cara
ma non sente ragione
Nicola Lo Bianco
brani sparsi da, Cristofalo, poemetto inedito
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