Pubblicato il 10/10/2012 16:00:53
Forse
Forse in me rivive la schiava assira con sull'esile spalla l'anfora rossa bruciata dal sole. Forse la dolce fanciulla dal petto colore di miele che nei verzieri di Lesbo, sola, cantava canzoni d'amore. Ogni terra ha l'impronta dei miei sandali, ovunque nei millenni vissi, ansiosa d'ombre e di luci sulla carne, di riflessi di foglie nei miei occhi, foglie calde, dorate come pelle viva.
***
Amo gli spazi infiniti
Mi piacciono i monti nudi, ove un fiore, se cresce, squallido alimenta lo squallido silenzio. Mi piacciono i mari deserti, i cieli vuoti, gli spazi infiniti...
Amo le grandi tempeste e l'uomo che s'affatica, solo, dinnanzi al diluvio, a costruire un'arca bruna come una bara.
(tratte da "Il tempo muore con noi", 1952 - 1954 - inizio 1955, in http://www.literary.it/autori/dati/lenisa_maria_grazia/txt/il_tempo_muore_con_noi.html)
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