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Storia della disumanità

Argomento: Società

di Cinzia Perrone
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Pubblicato il 21/12/2016 10:45:10

Qualche riflessione all’indomani dell’attentato al Bataclan di Parigi

 

In questo momento storico siamo tutti addolorati e pieni d’angoscia per i tragici episodi accaduti negli ultimi giorni; questo maledetto terrorismo che attanaglia tutto il mondo.

Il Santo Padre ha parlato di assoluta disumanità di costoro: allora cosa ci rimane da fare oltre che piangere e sperare? Ho sentito molte persone in qualche modo implicati in questi terribili atti terroristici dire” non avranno il nostro odio”, “non ci faranno rinunciare a vivere” ….

Ieri il sacerdote durante la messa ha chiesto a noi fedeli di pregare ognuno per un terrorista, di farci carico di lui, perché le armi dell’amore e del perdono che ci ha lasciato Gesù sono le uniche capaci di fermare tutto questo male; anche se di diversa religione, questo è pressappoco lo stesso messaggio che ci ha lasciato il grande Gandhi, con le sue proteste passive fatte di digiuni e resistenza e non di violenza, all’insegna della forza straripante dell’amore.

Dopo tutte queste belle parole, una sola continua a rimbombarmi nella testa: DISUMANITA’, la parola che ha pronunciato anche il Papa durante il suo angelus.

Dunque, addoloriamoci e disperiamoci pure, per questa brutta piega che hanno preso queste persone, ma non stupiamoci più. Perché? Perché, siamo proprio sicuri che tutto stia succedendo solo adesso, o comunque da qualche decennio? A parte tutti i risvolti e retroscena storici che vanno ricercati molto indietro nel tempo per quanto riguarda strettamente la questione terrorismo, abbiamo dato uno sguardo serio ancora molto più indietro? Io l’ho fatto, e ciò che ho visto non mi è piaciuto affatto: a volte invece di parlare della storia dell’umanità, mi verrebbe di chiamarla storia della disumanità.

Tutto è cominciato l’altra sera, mentre guardavo un documentario: il documentario era appunto storico e esattamente parlava della morte di San Pietro e della nascita della Basilica, che appunto si crede costruita sulla tomba del santo. Parlando di questi argomenti, naturalmente erano presenti anche riferimenti alle terribili persecuzioni cristiane all’inizio dell’età imperiale, ai tempi di Nerone e dei suoi immediati successori per capirci. Tutti sappiamo più o meno quello che succedeva a chi professava il cristianesimo a quei tempi, ma vedere quelle ricostruzioni storiche è stato un pugno nello stomaco. I cristiani oltre ad essere crocifissi, arsi vivi, torturati e fustigati rigorosamente in pubblico, venivano dati in pasto ai leoni ed altre belve feroci, tutto sotto gli occhi di un pubblico acclamante ed eccitato; questa non è forse disumanità, che con i mezzi di allora fa un baffo all’ISIS? Io discenderei da questo popolo di barbari, che si permettevano di chiamare barbari tutti gli altri non romani? No grazie, da meridionale mi piace più gongolare delle mie radici greche fatte di democrazia e filosofia. Tralasciamo questa mia considerazione personalissima e facciamo qualche passo avanti e qualcuno indietro in questo viaggio di DISUMANITA’.

Un passo indietro: avete idea di quello che hanno subito gli ebrei a loro volta quando furono ridotti in schiavitù dagli egiziani? Un passo avanti: e i cristiani? Quegli stessi cristiani perseguitati fino alla morte dai romani, sapete cosa fecero? Le crociate, una sorta di guerra santa per convertire gli infedeli dell’islam, popolo a quel tempo di una tolleranza religiosa lodevole con i propri conquistati, il tutto con tanto del beneplacito papale; guerra-santa…il solo connubio tra queste due parole mi fa andare fuori di testa! E ritornando agli ebrei, subito ci viene da pensare a quella triste parentesi storica che è stata l’olocausto, ma non dovremmo neanche dimenticare di come anni più tardi lo stato israeliano ha affrontato la questione palestinese.

Insomma la nostra storia è piena di macchie infamanti indelebili: colonialismo e schiavitù hanno distrutto il continente africano, spremendolo come un limone, e ora che non è rimasto nulla da spremere lo lasciamo al suo destino, e per di più non vogliamo neanche accogliere i suoi disgraziati figli.  Per non parlare del cinismo assoluto con cui alcuni politici parlano degli immigrati, la maggior parte povera gente che prova anche una fuga suicida pur di scappare da guerre devastanti. Vogliamo parlare dell’America? Se vi racconto di come i visi pallidi hanno trucidato interi villaggi di pellerossa senza fare distinzione tra vecchi, donne e bambini, usando i modi più agghiaccianti, vi provocherei conati di vomito.

E tanti altri sono gli squallidi esempi, dal Vietnam alla grande guerra, dalle grandi dittature sparse per il mondo alla guerra del golfo in nome dell’oro nero, e senza andare lontano qui in Italia hanno unito la penisola facendo ammazzare gli italiani tra di loro, in nome di un re che d’italiano non aveva niente e alla prima occasione di pericolo un suo successore, durante la seconda guerra mondiale ci ha abbandonati da vigliacco quale era.

Cosa ci rimane da fare? Proprio non lo so…Se è vera la storia del libero arbitrio che ci è stato donato, a volte vorrei che non l’avessimo mai ricevuto, perché ci siamo mostrati profondamente indegni di gestire un così grande dono. Ma forse lo sguardo deve andare oltre, riuscire a scorgere quel che di buono ci è rimasto, quel manipolo di uomini che sono pronti ancora a sacrificare loro stessi per il bene degli altri. Da qui deve partire la nostra speranza, senza illusioni, perché bene e male coesisteranno sempre, e non potrebbe essere altrimenti perché ognuno dei due è sorgente dell’altro, la sua reazione opposta e contraria.


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