Poeti (di Torino) in 10 righe - 5. Stefano VITALE
Stefano Vitale (1958), vive e lavora a Torino. Giornalista pubblicista e cultore di musica, conduce laboratori e corsi di scrittura creativa e ricerca poetica. Esordisce in poesia con Double Face (Ed. Palais d’Hiver, 2003). Tra i volumi più recenti: Le stagioni dell’istante (Joker, 2005), La traversata della notte (Joker, 2007), Il retro delle cose (Puntoacapo, 2012, pref. di G. Sica), Angeli (illustrato da A. Bollati, a cura di P. Gribaudo, Disegnodiverso, 2013), rappresentato in uno spettacolo di teatro-danza a Torino (2014). In imminente uscita, per La Vita Felice: La saggezza degli ubriachi.
La «scrittura sorvegliata, mai strepitante, l'attenzione alla forma, il dialogo con la tradizione» (U. Fiori) hanno sempre consentito a Stefano Vitale una resa ottimale della sua intima, ma feroce, intensa ed inesausta indagine sul mondo, sulle cose, sulla vicenda umana. Lo sguardo e i sensi, mai disgiunti dalla lucida riflessione e da una pensosa rielaborazione, hanno saputo abbracciare, nella sua ormai ampia opera, scenari mobili, al centro dei quali, è fondamento il serio impegno per una parola profonda e dalla significazione solida.
(Cade la sera)
Cade la sera
e noi cadiamo ai piedi della sera
pregando di non cadere
di restare lontana
affresco oscuro del ricordo
avvolta in un lenzuolo di luce
che ci accechi e ci riscaldi
stupidamente illusi
dal chiarore del nostro Nulla
in equilibrio sull’attesa di questo filo teso
così desiderato e così dimenticato
sfuggire al destino, incrociare le braccia
dinnanzi a quel che deve venire
perché la sera è dura e l’oscurità
apre il nostro occhio oltre la miniera di noi stessi
ora più trasparenti e lucidi in uno specchio
scuro e puro, senza più ombre
oltre il limite della lama grigia del giorno
questa è la sera
spietata coi suoi passi sicuri
una botola senza fondo
che spinge e ci costringe a girare in tondo
a reinventare il giorno
fino a quando il muto tiene.
da Il retro delle cose, Puntoacapo, 2012, p. 68
(L’Angelo è un mago)
L’Angelo è un mago
enigmatico apparire e scomaprire
sia pure con ali inutili
nell’illusione otticomentale
del sogno resistente salidiscensionale
tra cielo e terra:
ora è qui, ora è altrove
in un gioco
guerriero e salvatore
giudice e difensore
guida e punitore
diavolo all’occasione
eterno travestimento
maschera della transizione da uno stato all’altro
chimica del bisogno secondo il protocollo
tra incenso e zolfo
colomba dalle ali di corvo
serpente dalle scaglie d’oro
che ora svanisce
oltre il sipario della storia
tra gli applausi del pubblico
incantato.
da Angeli, a cura di Paola Gribaudo, Disegnodiverso, 2013, p. 21
(Tirar fuori dalla selva del tempo)
Tirar fuori dalla selva del tempo
una parola certa e precisa
che ci rassomigli una volta per tutte
per dare un senso
al silenzioso scrutarsi delle cose:
è questa l’incrollabile speranza
che ci porta al fine di ogni arte.
Ma una pioggia fitta
di chiodi e lame cade
vivere è un glaciale vagare
attorno a mucchi di catrame.
Così il respiro oscilla e nel nostro smarrimento
appare la chiara imperfezione dell’ombra
nella sera che stringe la gola del giorno.
Lui sì che sta per morire
senza rimpianto, senza alcuno sciocco incanto.
da La saggezza degli ubriachi, La Vita Felice, 2017 (in corso di stampa)
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