Pubblicato il 07/09/2012 15:01:22
Quanto profonda scorre la vena dell’abbandono? Ci sono giorni in cui vaga con il cappotto sul pigiama. L’infelicità è scandalosa. È così colpevole che non può avere commerci con il corpo. Lo guarda con distacco. Si avvolge nel cappotto e dorme come un feto. Il freddo è benvenuto. Il corpo è solo un tetto. Non esistono nomi, né desiderio, né sesso. “Come lumache” bisbiglia. Il bavero di pelo copre occhi e orecchie. Addormentandosi la sua testa fende l’aria naviga in sogno lungo i cornicioni di pietra.
(tratta da "Dal balcone del corpo", Milano, Mondadori, http://rebstein.wordpress.com/2007/08/27/se-ho-scritto-e-per-pensiero-poesie-di-antonella-anedda/)
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