Pubblicato il 17/01/2011 14:04:25
[ Tratto da www.repubblica.it ]
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Editoriale del quotidiano finanziario britannico sugli ultimi sviluppi giudiziari che coinvolgono il premier e sulla giusta decisione della Consulta sul legittimo impedimento: "Era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge".
LONDRA - Gli sviluppi della nuova indagine giudiziaria su Silvio Berlusconi continuano a essere al centro dell'attenzione dei media internazionali. Fra le corrispondenze da Roma di giornali e telegiornali, oggi spicca un editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione, sul Financial Times, il più influente quotidiano finanziario d'Europa. "Verdetto a Roma", si intitola l'editoriale, e il sottitolo chiarisce: "Le strategie legali di Berlusconi degradano il dibattito politico in Italia". Il commento del Financial Times parte ricordando che nel marzo 2010 il governo Berlusconi passò una legge per proteggere "colui che si autoproclama l'uomo più perseguitato della storia" dall'essere processato nelle corti italiane. Il 13 gennaio, continua l'articolo, la Corte Costituzionale ha parzialmente cancellato questo provvedimento, "e ha fatto bene a cancellarlo". La legge sul "legittimo impedimento", spiega il quotidiano della City, esentava i ministri dall'apparire in tribunale sulla base del fatto che essi erano troppo occupati dal loro lavoro pubblico per poterci andare, ma "tale affermazione era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge. Nessuno, nemmeno miliardario magnate dei media che fa anche il primo ministro, è al di sopra della legge. La Corte dovrebbe essere applaudita per avere difeso questo principio".
L'editoriale prosegue avvertendo tuttavia del pericolo che la sentenza della Corte, messa insieme all'indagine giudiziaria che accusa Berlusconi di avere fatto pressioni per far liberare di prigione una "ballerina di night-club" 17enne (la giovane marocchina per la quale Berlusconi è anche accusato di sesso con una prostituta minorenne), "può giocare a favore del premier, permettendogli di continuare a sostenere di essere vittima di una cospirazione di giudici di sinistra contro di lui", e di protrarre tale giustificazione fino alle prossime elezioni, che "avranno luogo probabilmente in primavera".
Questa, conclude il Financial Times, "è una profonda vergogna per l'Italia". Prima delle elezioni, il paese necessita un onesto dibattito sulla litania di problemi con cui deve confrontarsi. "La settima maggiore economia mondiale ha bisogno di riforme: un giovane su quattro è disoccupato, la crescita economica è anemica, gli investimenti stranieri declinano, il debito nazionale ha raggiunto i 1800 miliardi di euro, il cancro della criminalità organizzata andrebbe reciso, e la lista potrebbe continuare", osserva il giornale londinese. "Ma invece di soluzioni a questi problemi, gli italiani rischiano di assistere a un'altra puntata di Berlusconi-contro-i-giudici. L'Italia merita di meglio".
Tra gli altri articoli che la stampa britannica dedica al caso Berlusconi, il Times pubblica una corrispondenza da Roma in cui si riferisce che, in base a una telefonata intercettata dalla polizia tra Nicole Minetti e il premier, Berlusconi "ha ammesso di sapere che Ruby Rubacuori era minorenne". L'Independent pubblica un commento dell'ex corrispondente da Roma Peter Pophan, secondo cui questa volta "nemmeno Silvio può farla franca". E il Guardian ha un articolo sulle lamentele del regista Marco Bellocchio, che afferma di non potere fare un film ispirato agli scandali di sesso del premier perché i produttori hanno paura e di fatto censurano il progetto.
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