Ora, se venisse la morte ora,
sarebbe come una primavera.
Intatta è la vita, eppure approdata
alla confusa doppiezza del bivio.
Se lei giungesse adesso, qui intorno,
con la tristezza che merita perdono,
siederei nella brezza dell'ultimo
giorno, come nel principio
del primo mattino, a rimestare
la cenere mia, un piccolo mucchio
raccolto ai miei piedi, assetato
di un segno sottile, di una minuta
memoria sbiadita.
Se venisse la morte, ora, saprei
già come fare: serve intera la vita
a informarci del fatto.
La morte è la serva di tutti, di tutto.
Se il commiato è concesso
è solo perché da allora
in vece nostra lei deve dar conto,
con silenzio profondo, del vuoto
di prima, di adesso, di sempre,
di tutta l'assenza del mondo.
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