Catania 25/01/2012
Catania 29/01/2012
Il Fingitore
(Al “poeta fingitore” di Pessoa)
Soffrire, facendo finta di soffrire,
stillando le parti equoree degli
occhi, facendo finta di contare riti di
esistere e pose.
Cantano le nostre bocche note che
non ci appartengono, facendo finta di
cantare con bocche lontane da
noi, il nostro esserci ancora,
… ombra di fanciullo!
Fra Dio e l’essere respiri contesi,
fraintesi, vilipesi, piccoli annunci della
vita e poi, ancora esserci a più non posso
come il saluto delle stagioni sui tratti di
un volto appena stagionato.
Ponti fra ponti interrotti, allacci estremi
fra angeli e corpi, fra nuvole e terre,
sogni e abissi fra me e te, non
chiamarmi non cercarmi cuore di
rivoluzione annunciata, mai scoppiata,
forse una volta, solo urlata.
Ripetere sempre le stesse membra per
intere umanità, consapevoli di essere il
salotto buono della vita, ad ogni
cerchio si allunga la terra, come se
fosse l’anima a scomporsi e poi ancora
ricomporsi sotto l’infinito pergolato di
una vita antica.
Amarsi di grano e di sole, al
nord della terra madre ci ameremo,
culla del nostro primordiale vagito,
di giorno, di notte, di acque e
di nudi corpi iniziati ci ameremo,
senza scorie fra noi e le porte di
Agarthi ci ameremo, allora sorriderò e
non sarò più solo.
L’imbarazzo fra essere ed esserci,
tutte le vite partorite e le volte in
cui sono rinato, i giorni trascorsi,
le prigioni abitate, le celle sofferte, i
muri superati solo per ritrovarmi qui
senza timore, accorto sentire per le
furie in testa del dodicesimo numero.
E tutte le terre percorse, i valichi
lasciati alle spalle i mari solcati i
cieli scrutati e le nuvole ammirate per
sognare, disegnare, allacciare solo la
speranza di rincorrerti, vecchia
valigia abbandonata in
una stazione di periferia.
Montagne di pezza emanano il
mio calore, accumulo cromatico di
ore e sapori appena trascorsi, il
tempo, solo passato non ancora
futuro e il presente sempre saltato.
Vivo da sempre un solstizio ..,
estate inverno che importa,
appartengono entrambi ad
un anno solare, come la vita e la
morte appartengono allo stesso
fiume, dove tutto scorre.
Primo mezzo secolo alle porte,
molto più di mezza verità, rivelata e
bugiarda, assopita, anestetizzata,
corpo di valore disgiunto alle
radici di inimitabili ali di corallo.
Ma non ho ancora chiuso il mio
cerchio, trapasso di carni, sbarre di
cemento alle voliere di un peccato originale.
L’atto di un semplice “sì” mi ha
messo in questa altalena di respiri
e corro ancora per sguardi sconosciuti,
bugiardo, mascherato, ogni volta
smascherato, come se fosse
ancora un nuovo appello allo
sbattere di un gesto.
Vile fingitore!
Claudio Di Paola
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Claudio Di Paola, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.