Pubblicato il 09/08/2012 09:12:39
Quattro mura ben serrate Come sempre Calano i giorni e le notti In questa camera soffocante Di speranze ingannevoli. E oggi come ieri La gente orienta il lavoro A seconda del mutare Della poca luce. Nessuna barriera cede Per dare vista su un Orizzonte. Gli sguardi Rimbalzano contro grigie pareti E tornano Riflessi indietro. Nel cerchio Spigoloso Errano gli occhi e scivolano Infine su in alto Verso l’azzurra pezza Di cielo.
***
Estraneo Ti amavo. Mai ho usato questa parola. Muto mi sono scavato in te una fossa Per dare asilo alla mia brama Un luogo di devozione alla mia festa. Quanto ti ho spinto lungo la terra del tuo corpo. I tuoi capelli erano redini per me. Dura la frusta mi intrecciavi Nell’abile officina delle tue mani. Ci divorava la gioia. Ruppe la lastra, Non treccia né criniera ci aiutarono. Troppo sottile lo strato di ghiaccio, sottili le ciocche. Ci ingoiò la melma. La palude degli scopi. (http://lapoesiadelcuorecommunity.blogspot.it/2012/06/cortile-berlinese-una-poesia-di-richard.html) (http://www.germanistica.net/2011/10/20/11-poesie-di-richard-pietrass/, traduzione di Davide Racca)
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