Pubblicato il 18/07/2012 14:17:42
Quando io temo che potrei cessare d'essere prima che la penna mia abbia colto le spighe pullulanti nel mio cervello, prima che alte pile di libri in segni chiudano le messi pienamente mature, come ricchi granai, quando contemplo sopra il volto stellato della notte ampi simboli nebulosi di favola sublime, e penso che potrei non aver vita bastante per tracciare le loro ombre con la magica mano della sorte; e quando sento, bella creatura di un'ora, ch'io mai più potrò mirarti, né più mi sarà dato assaporare l'incantata potenza dell'amore che s'abbandona: allora sopra il lido del vasto mondo sto solingo e penso fin quando amore e fama al nulla affonda.
(da "Poesie", a cura di Mario Roffi, Einaudi, 1983)
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