Gentile signorina
la ringrazio per quello che lei sta facendo per me.
Le sue parole sono buone, io le leggo
ma non mi ammansisco.
Io sono colpevole
io dico mea culpa.
Se esco di qui
le sue parole me le metto nel portafogli
come un santino.
Ma non dobbiamo incontrarci
io non la voglio vedere.
Lei è buona?
Buona come le sue parole?
Non lo voglio sapere.
Io dico mea culpa
Le è mai capitato di voler fracassare
il cranio di chi le è seduto davanti?
Io non sono cattivo
sono violento.
Leggo libri antichi, libri moderni,
libri di ieri e di oggi
ma non cambia niente.
Lo sa, ho letto Stendhal
Stendhal dice:
-dove manca la bellezza, lì è in agguato il delitto-.
Ci sto pensando,
io non sono ignorante
sono violento.
E’ il dèmone della mia vita
l’impulso sempre all’erta
il mugugno della mia giovinezza.
Mi sono barricato in me stesso
chiuso nel mio rancore
che mi fa sentire forte e vivo.
Mea culpa
Se mi capita di dare affetto
lo faccio con le piante
con gli animali,
con le pietre desolate,
con l’acqua di cielo e di mare
che sono creature innocenti.
Al contrario negli uomini
io sento un punto di tradimento.
Per me non è il prossimo
ma il lontano, l’estraneo, il sospetto
al quale nulla mi accomuna
se non la vicinanza fisica
sgradevole.
Gentile signorina
ora io le domando:
siamo veramente uomini liberi?
padroni del nostro corpo
dei nostri sentimenti
dei nostri pensieri?
Io lo so
ma non cambia niente
In verità
non possediamo, siamo posseduti:
dagli oggetti o dal lavoro
dallo sport o dal divertimento
dal gruppo o dal sesso
dalla musica o dalle corna del diavolo.
Io non sono stupido
sono violento
Lo sa lei, signorina, che mi piacerebbe per quando esco?
che facciamo una settimana di silenzio
che spegniamo tutti i motori
i notiziari
lo shopping
i giorni festivi
l’insopportabile diffusa gazzarra;
che ci mettiamo a braccetto
passeggiamo bisbigliando
una qualche preghiera
così
quella che ci viene all'istante
la prego
signorina
prima che sia troppo tardi
per me
e per lei.
Nicola Lo Bianco
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