Pubblicato il 08/11/2012 18:44:57
Il peso inconsistente delle cose apre ogni volta un varco nel respiro - si alza e scende come la marea che lascia un filo bianco sulle onde.
Funambola percorro all’incontrario l’umida via del sangue nelle vene - m’infrango allagando il duro scoglio - nel cuore mi spumeggia l’abbandono.
Allora da abissi rosseggianti ecco salire languidi serpenti, mostri pietosi pulsano nel petto - sciolgono in burrasca l’antico pianto.
Come se da una bifora il paesaggio intravedessi doppio eppure uno - non scorgo altra origine all’errore che luce solo schiusa alla mia vista.
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