(sonetto, quindi, alla rovescia)
Come castagne in mezzo al riccio aperto
son gli occhi miei tristissimi e celati
dietro gli occhiali scuri anche se piove.
Sul corpo sparsi nei ho in ogni dove,
labbra carnose e denti un po’ sciupati
son ricci miei capelli e viola incerto.
Son bella dentro, come si suol dire,
ma dentro non ha visto ancor nessuno
e chi ha tentato ancor deve capire
se sono rovesciata oppur straluno.
Ho sempre una gran voglia di morire
perché d’amore sempre sto a digiuno;
non facile è cercarmi d’ammansire
poiché non son la pecora di alcuno!
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