Il proiettile lo trapassò e fu solo stupore sul quel viso di bimbo.
C’era dunque qualcosa più svelto di lui!?
Da cinque minuti oramai quelle uniformi cercavano di catturarlo.
Era veloce, agile; era giovane.
Loro lenti nei lunghi pastrani, impacciati da elmetti e fucili anche se i volti erano di ragazzi poco più grandi
Due li aveva fatti scontrare l’un l’altro; un terzo, inciampare nelle valigie allineate vicino ai camion
Il suono aspro di ordini gutturali si mischiava alle grida degli amici di sempre, anch’essi in fila, con gli adulti
Un’altra partita, mille volte giocata; scatti, finte, scarti mettevano in crisi il nemico. Avrebbe fatto vedere a quei crucchi del cazzo come si muove un ragazzo di borgata
Anche senza il pallone era un Italia-Germania, come quella giocata cinque anni prima. In più era in casa; nel grande cortile che conosceva come le sue tasche bucate
Oramai era gara; chi insegue, chi scappa.
Perfino un sorriso sul volto di Kurt; Friz e Karl piazzati davanti all’androne per non farlo scappare in strada. Là, non lo avrebbero più preso:
“volava!” quel diavolo, volava bellissimo.
Era davvero Italia-Germania, come nel ‘trentotto; la rivincita
Nessuno si accorse del gesto bestiale, né amici né adulti; nemmeno i nemici, nemmeno io. Tutti a fare il tifo per l’uno, per gli altri
Come una foto ferma un momento,
quel colpo secco fermò la vita
L’ufficiale rimise il fucile al soldato, comandi secchi nel silenzio irreale; la fila riprese a salire sui camion, le valigie su altri. Nessuno sentì. Mentre cadeva sussurrò “stavamo vincendo”...“vincendo di nuovo”
Risposi che si, stavamo vincendo e che il secondo tempo l’avremmo giocato in un posto migliore.
Guardai Kurt, Friz, Karl; quelli sui camion, anche l’ufficiale che impartiva nuovi ordini e aggiunsi, tornando sul ragazzino,
“...in un posto migliore e, purtroppo, con le squadre al completo”
“STOP! QUESTA E’ BUONA, LA TENIAMO!”
“Due ore di pausa; tutti a mangiare che poi giriamo la cena a casa di Giovanni con il partigiano nascosto”
Marco saltò su come un grillo, sorrise dicendo “vieni?”
volò via
Tutti sparirono in un istante;
nel cortile solo un’aria densa, spessa, di tragedia consumata.
Rimasi io e, vicino a un muro, una donna apparsa dal nulla;
senza età, senza luogo.
Si avvicinò; una mano fredda a carezzarmi il viso,
occhi aridi di lacrime, voce serena “Bravi!; successe proprio così!”
Si allontanò, scomparendo nello scalone del 4B,
mentre una nenia di balia riempiva quel silenzio
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