Pubblicato il 18/06/2016 18:47:10
Servizi Sanitari” e medicina “alternativa” a Rapone. Anteponiamo il fatto che: fino a metà anni 60(più o meno),il Servizio Sanitario Nazionale, a Rapone, era gestito dal solo ed unico medico condotto(che ricordo io)dott.Patrissi(don Ciccio).Bene! All’infuori della medicina ufficiale, e parallelamente ad essa ,vi erano una moltitudine di altri “professionisti” con competenze di tutto rispetto in materia,acquisite per lo più con i soli studi pratici o legati ad esperienze proprie o trasmesse loro dai propri antenati,che coadiuvavano o sostitituivano la medicina ufficiale,con apprezzabili risultati. Per esempio,come “fisioterapista”,vi erano più persone in grado di esercitare tale mansione.Il “fisioterapista” piu’ rinomato a Rapone, all’epoca, era il mio bisnonno Francesco,conosciuto come “Francesco u massariedd,oppure, Francesco a Pescara” per via della masseria che aveva in contrada”Pescara” di Rapone e deceduto a fine anni 50.Egli conosceva tutti i segreti di articolazioni,ossa e muscoli ,ottenendo guarigioni e risultati sorprendenti! Fino a al 1948 ,a Rapone, non vi era l’ostetrica! Il parto era seguito dal medico condotto(don Ciccio Patrissi),e da alcune donne raponesi ricche di esperienza in materia,che sapevano gestire tutte le fasi del travaglio fino alla fine.Naturalmente, esperianza maturata direttamente o aquisita dai propri antenati. Fra queste ,diciamo così,”professioniste”, molto brave erano le signore:zia Rosa Lettieri(Cilorm),zia Sepp(Giuseppa)”a marchesa”,zia Rosa “a Cefra”. La prima ostetrica arrivò in servizio a Rapone solo ad inizio 1948. La medicina omeopatica era gestita da piu’ persone.La persona più rinomata in tale campo, a Rapone, era il sig.Michele Lamorte(r Pipp),bravissimo nel riconoscere i segreti di tutte le erbe,il quale, per lo studio, si avvaleva anche di un libro che trattava tutte le proprieta’ delle piante officinali. Per ogni malanno egli riusciva a trovare sempre la terapia giusta e quasi tutti i raponesi facevano ricorso a lui almeno una volta nella loro vita! Poi,come in tutto il meridione d’Italia e non solo,c’erano altri “dottori”, che guarivano per lo più i “malati immaginari”,esercitando su di loro il rito dello “sfascino”.A quei tempi,molte erano le persone vittime di suggestioni arcaiche che richiedevano questo rito. Ovvero,c’erano persone “malate”che pensavano che i loro malanni erano dovuti a comportamenti di persone malefiche, semmai invidiose di una condizione del loro stato,e per questo,esse, esercitavano su di loro”l’affascino”,ovvero, il “malocchio”.”L’affascino”o il così detto “malocchio”, era una sorta di maledizione,a volte anche con dolori fisici, che si abbatteva sulla vittima,la quale,per liberarsene, ricorreva alle cure di questi “dottori” che lo scacciavano con il rito dello “sfascino”.In particolare ricordo mia nonna,Maria Felice Cristiano,in Miele,deceduta a metà anni 80,che praticava anche lei il rito dello “sfascino”,che consisteva in una litania farfugliata,a bassa voce,che non si capiva quasi niente,alternata a sbadigli e che durava qualche minuto.Ricordo che mi diceva :”Più si sbadiglia e più è segno che “l’ammalata” ha un “malocchio”grave!” Ricordo ancora una volta che: con una signora, ormai deceduta, che abitava vicino casa sua,in via Regina Margherita,a Rapone,mentre stava effettuando su di lei il rito dello“sfascino”,mi accorsi che il suo ritornello liberatorio durò pochissimo tempo.Le chiesi:”Mammanò! (nonna)perchè hai fatto così in fretta?” e lei mi rispose:”Eh,ma questa viene tutti i giorni!...Ho fatto solo un cinquanta per cento!” Benedetta nonna Felicia! Seppure in tono minore,a tutt’oggi,questi riti vengono ancora effettuati a Rapone. Fra coloro che ancora effettuano il rito dello “sfascino”,c’e’ mio zio Vito Miele(classe 1930).Ricordo che a lui ,spessissimo,si rivolgeva una zitella di Rapone,ormai defunta,che richiedeva questa “prestazione” anche…via telefono! Rapone che si evolve!...
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