Pubblicato il 25/06/2012 20:57:24
Il poeta frustrato
A volte vorrei essere un poeta sociale, di quelli che scrivono versi duri come pane raffermo, versi osceni, grassi, asfissianti.
A volte vorrei essere Juan Gelman, mettere la parola "fuoco" in una strofa, scrivere un verso lungo come il sibilo d'una pallottola.
Ma sono in un giardino che ti aspetto, tu arrivi all'improvviso, con la tua gonna cortissima, e il vento apre tutte le prigioni.
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Tutto
Se un uomo a cinquant'anni s'innamora di una adolescente, la sua passione conferma la teoria di Einstein, la filosofia di Kant, l'angoscia di Schopenhauer, il teatro di Shakespeare, le scarpe di Chaplin, e l'innocuità dei tramonti.
Se una ragazza in piena adolescenza s'innamora di un uomo di cinquant'anni, la sua passione conferma la teoria di Einstein, la filosofia di Kant, l'angoscia di Schopenhauer, il teatro di Shakespeare, le scarpe di Chaplin e l'innocuità delle aurore.
Se si baciano e camminano sottobraccio per L'Avana, lo avevano previsto Einstein, Kant, Schopenhauer, Shakespeare, Chaplin; se si spogliano in una stanza d'albergo e sono felici, avevano ragione quanti hanno pianto nei crepuscoli.
Se, infine, si amano, tutte le altre coppie esistenti (coniugi legali e metallici, amanti hotelomani, fidanzati casti o impudichi, semplici innamorati, pretendenti d'ogni tempo e luogo) sono state e sono una semplice coincidenza, letteralmente, s-e-m-p-l-i-c-e c-o-i-n-c-i-d-e-n-z-a.
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Le lettere smarrite
Per favore, non recuperate le lettere smarrite. Lasciate la busta accanto al tronco dell'albero, sotto un'anonima pietra, o a rotolare nei parchi. Ci sono lettere che si scrivono perché non arrivino, perché dall'altro lato della voce diffidino di tutto, perché esista una seconda lettera, esplicita e inutile. Ciò accade con l'assenso di tutti, con soprassalti premeditati e complicità. Sono mesi, anni, di matematica innocenza. In quelle lettere si confessava tutto, si annunciavano pericoli che poi la pioggia ha ammorbidito; in quelle lettere c'erano poscritti che premonivano sul fatto che sarebbero andate smarrite. La loro vera destinazione era il silenzio, le erbacce al bordo dei letti, le ragnatele sui davanzali, le nuvole sul volto. Definitivamente, dall'altro lato della voce non l'aspettavano. Lasciatela accanto all'albero, sotto un'anonima pietra, a rotolare nella memoria del felice mittente.
(http://www.iclab.it/manera/pimienta.html)
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