Come sempre i miti hanno più di una versione e questo non sfugge alla regola. Qui è stata scelta quella più romantica, benché triste e amara.
Acamante, uno dei guerrieri Achei di ritorno da Troia, durante il viaggio si ferma in Tracia.
Qui conosce la bellissima Fillide, figlia del Re e se ne innamora, ricambiato appassionatamente.
I due si sposano, ma la nostalgia della terra lontana afferra ben presto il guerriero che fa un patto con la sposa: si recherà ad Atene, ma sarà di ritorno un anno dopo.
Prima della partenza, Fillide gli consegna un misterioso scrigno raccomandandogli di aprirlo solo nell’impossibilità di tornare da lei.
Acamante parte, ma, spinto da spirito di avventura, si ferma a Cipro, dove finisce per restare… forse al fianco di un’altra principessa.
Fillide si reca ogni giorno sulla spiaggia a guardare il mare, nella speranza di vedere una vela spuntare all’orizzonte, infine, trascorso il tempo stabilito e non vedendo tornare l’amato, decide di porre fine alla sua vita.
Impietosita, la dea Atena trasforma il suo corpo in un mandorlo.
Acamante arriva il giorno dopo e non può fare altro che abbracciare il tronco nudo dell’albero.
Ecco, però, che sotto le sue carezze, il mandorlo si copre di fiori e non di foglie… come accade ancora oggi!
A questo punto, Acamante decide di aprire lo scrigno, ma resta sconvolto da quello che è custodito al suo interno: i segreti della Madre-Terra.
Atterrito da quella visione, il giovane fugge, ma inciampa nella propria spada e si trafigge a morte.
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