Pubblicato il 20/06/2012 08:40:22
Non c'è nessuno a cena/Nikogar ni k večerji (Nova revija, Ljubljana 2008)
Incornicio un autoritratto con la bocca aperta, ispeziono la partenza delle bandiere, mi chiedo da dove provengono le disgrazie, le voci, i casi e i mal di testa. Raggelato penso alla porta aperta, agli amici e alle terracotte micenee, agli impegni della settimana prossima, di notte contemplo le parole e le sillabe come gli scultori i monumenti dall'interno. Le parole per se stesse sono delle bellissime unità, quando sono in stormi sono circondate dall'incertezza, sono protette troppo o troppo poco dal dubbio. Dietro attende assidua la fedeltà dell'odio, dato che sul crocefisso d'angolo cadono le giovani luci, taluni pensano che ci siano troppi santi. Non dimentichiamo – gli alberi mangiano solo la terra e l'aria.
*
È faticoso avere il corpo sempre con me, specialmente quando la fuga si accumula e la tristezza si addensa, allora strani simboli velano il cielo e mi smarrisco in me stesso, perciò disegno la pioggia, moltiplico le acquerugiole infantili affinché il giorno non soffochi.
(a cura di di Jolka Milič, http://www.filidaquilone.it/num024milic.html)
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